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Economia Usa in frenata, corsa al taglio delle stime da parte degli economisti

12 Agosto 2010 08:54

Frenata più violenta del previsto per l’economia statunitense. E’ questa la prospettiva che si sta concretizzando dopo il messaggio di crescita debole lanciato martedì sera dalla Federal Reserve e gli ultimi dati relativi al mese di giugno. La prima economia mondiale nel secondo trimestre dell’anno dovrebbe essere cresciuta meno di quanto precedentemente stimato e si profila una corposa revisione al ribasso del +2,4% annualizzato risultante dalla prima lettura flash di fine luglio del pil statunitense. La seconda lettura è in agenda il 27 agosto.


Ieri è arrivato il balzo a sorpresa del deficit della bilancia commerciale statunitense. A giugno si è attestato a quota 49,9 mld di dollari, sui massimi dall’ottobre 2008. Dato frutto del calo dell’export ma soprattutto del +3% delle importazioni e che ha portato gli economisti a prevedere una robusta revisione al ribasso dei dati di crescita del pil del secondo trimestre rispetto al +2,4% della prima lettura flash. “E’ molto probabile che assisteremo a una rilettura al ribasso con crescita sotto il 2% nel secondo trimestre – rimarcano oggi gli esperti di Société Générale -. Appare comunque strana e difficile da spiegare la divergenza tra forza dell’import e relativo stallo dei consumi interni negli Stati Uniti. Una risposta può essere ricercata nell’apprezzamento del dollaro, ma non è sufficiente a spiegare un simile aumento”. Ieri sia gli esperti di Jp Morgan che quelli di Deutsche Bank hanno rivisto al ribasso le loro stime relative al secondo quarter 2010 ed entrambe hanno indicato un livello di crescita dell’1,1%, più che dimezzato rispetto alla lettura preliminare del 30 luglio scorso.


Joseph A. LaVorgna, capo-economista di Deutsche Bank negli Usa, rimarca come l’aumento del deficit ha inevitabilmente implicazioni sulle prospettive di crescita economica. L’esperto di Deutsche Bank ha rivisto al ribasso le proprie stime per il III trimestre (da +4,6% a +3%) e del IV trimestre (da +3,6% a +3,1%). “Crescita più bassa e peggiori prospettive per il mercato del lavoro – ha sottolineato LaVorgna – implicitamente significano un più prolungato periodo di tempo con tassi vicini allo zero”.  E infatti le stime di consensus sono per una Federal Reserve ferma sui tassi fino alla seconda metà del 2011. L’ultimo sondaggio Bloomberg sulle stime di crescita economica (condotto tra il 31 luglio e il 9 agosto, pertanto prima della Fed e del dato sulla bilancia commerciale, ndr) vede la crescita statunitense pari al 2,55% nella seconda metà del 2010 rispetto al +2,8% prospettato il mese precedente.


A inizio settimana era arrivata la revisione al ribasso delle stime di crescita del pil statunitense 2011 da parte di Goldman Sachs. La casa d’affari statunitense ora vede un progresso dell’1,9% il prossimo anno rispetto al +2,4% precedentemente pronosticato.