L’Eba rivede entità ricapitalizzazione per le banche, per le italiane sale a 15,36 mld
L’Autorità bancaria europea (Eba) ha aggiornato ieri la direttiva relativa alle esigenze di ricapitalizzazione delle banche europee decisa lo scorso 26 ottobre. In base alle nuove stime le banche europee dovranno rafforzare il patrimonio con nuovi capitali per 114,7 miliardi di euro rispetto ai 106 miliardi comunicati in precedenza. Il fabbisogno complessivo di capitale per i cinque gruppi bancari italiani (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi, Banco Popolare e Ubi Banca) è salito ora a 15,366 miliardi di euro dai precedente 14,7 miliardi di euro. In particolare, per Unicredit l’ammontare è di 7,974 miliardi di euro; Intesa Sanpaolo non ha esigenze di capitale aggiuntivo; Monte dei Paschi presenta un fabbisogno di 3,267 miliardi di euro; Banco Popolare di 2,731 miliardi; Ubi Banca di 1,393 miliardi di euro. La quantificazione delle eventuali necessità di ricapitalizzazione delle singole istituzioni si basa su dati riferiti a settembre 2011. La Banca d’Italia ha precisato che per le banche italiane alcune misure per il rafforzamento dei coefficienti patrimoniali sono già a uno stadio avanzato.
Ricordiamo che la direttiva dell’Eba richiede alle banche che hanno partecipato all’esercizio (71 grandi banche europee) di rafforzare, laddove necessario, la loro posizione patrimoniale costituendo un buffer di capitale eccezionale e temporaneo a fronte delle esposizioni verso gli emittenti sovrani che rifletta i prezzi di mercato alla fine di settembre.
Il buffer di capitale eccezionale e temporaneo dovrà essere tale da portare, entro la fine di giugno 2012, il Core tier 1 ratio (definito dal rapporto tra il capitale di qualità più elevata e le attività ponderate per il rischio) al 9%. La banca d’Italia precisa che cessioni di titoli sovrani non ridurranno in alcun modo l’ammontare del buffer che dovrà essere costituito entro giugno 2012; date le attuali condizioni di mercato, eventuali vendite di titoli sovrani avrebbero pertanto il solo effetto di materializzare perdite nei bilanci delle banche.
La costituzione di buffer ha l’obiettivo di rassicurare i mercati sulla capacità delle banche di fronteggiare una serie di shock continuando a mantenere un’adeguata posizione patrimoniale; non intende coprire perdite sui titoli sovrani, che restano soltanto ipotetiche. Il buffer relativo alle esposizioni sovrane è una misura una-tantum. Con la riduzione del rischio sovrano e i suoi effetti positivi sulla valutazione dei titoli pubblici rispetto agli attuali bassi livelli, anche una volta attuate le nuove capacità del Fondo europeo per la stabilità finanziaria (Fesf), l’Eba tornerà a considerare sia la necessità di continuare a detenere buffer di capitale a fronte delle esposizioni sovrane sia il relativo ammontare.
Per soddisfare l’obiettivo di capitale, le banche dovranno, in prima istanza, utilizzare risorse private, che possono provenire da: utili non distribuiti; restrizioni sui bonus aziendali; aumenti di capitale della migliore qualità; emissioni presso investitori privati di strumenti di debito convertibili in azioni al ricorrere di determinate evenienze (contingent capital), che saranno accettate ai fini dell’esercizio a patto che rispettino i requisiti previsti dell’Eba; ristrutturazione in Core tier 1 di strumenti ibridi esistenti, se effettuata entro la fine di ottobre 2012; altre misure di gestione del passivo.