Notizie Indici e quotazioni E’ risk off: alert recessione da curva rendimenti Usa. E per la prima volta in 10 anni JP Morgan AM preferisce cash ad azioni

E’ risk off: alert recessione da curva rendimenti Usa. E per la prima volta in 10 anni JP Morgan AM preferisce cash ad azioni

4 Dicembre 2018 15:59

Curva dei rendimenti Usa invertita, alert recessione, avversione al rischio e cautela sull’azionario, tanto che JP Morgan Asset Management stima che, nel corso del 2019, il cash garantirà ritorni superiori alle azioni, per la prima volta in un decennio.

In una nota riportata da Bloomberg John Bilton, responsabile del team di strategia multi-asset di JP Morgan AM – che gestisce asset per $260 miliardi – dà un giudizio overweight sia al cash Usa che ai Treasuries, motivando la decisione con il fatto che in questi due casi i “ratio Sherpa sono ben superiori, al momento, di quelli relativi all’azionario Usa, e per la prima volta in dieci anni”.

Da segnalare che il ratio Sherpa misura la performance di un asset in relazione alla sua volatilità.

Il team guidato da Bilton è cauto sull’azionario a causa di “un contesto caratterizzato da una bassa crescita degli utili e dall’aumento dei rischi macroeconomici”.

Di conseguenza, la strategia è a favore di un de-risk dei portafogli.

Bloomberg commenta la nota facendo notare che, se JP Morgan AM avrà ragione, “essere noiosi potrebbe confermarsi la chiave di successo per il prossimo anno, così come lo è stato nel 2018″.

Il riferimento è alla buona performance dei Treasuries, che si avviano a terminare il 2018 con i ritorni – aggiustati in base al rischio – più alti tra quelli degli asset più importanti del mondo”.

Intanto, novità importanti con tanto di segnali di allarme arrivano proprio dal mercato dei Treasuries, dove si verifica il fenomeno della curva dei rendimenti invertita relativamente ad alcune scadenze dei bond.

L’inversione, già iniziata ieri per lo spread tra i tassi a 2 e cinque anni (per la prima volta dal 2007) e tra i tassi a due e tre anni (ovvero, nei casi specifici i tassi a cinque anni sono diventati più bassi di quelli a due anni, e i tassi a tre anni sono inferiori a quelli a due anni), si conferma anche nella sessione odierna.

 

 

 

 

 

 

I tassi dei Treasuries a tre anni scendono infatti ulteriormente al di sotto di quelli a due anni, così come lo spread tra i tassi a 2 anni (al 2,82%) e quelli a 10 anni (al 2,95%), si assottiglia calando al minimo dal 2007 e alimentando i timori sull’arrivo imminente di una recessione negli Stati Uniti.

La curva dei tassi a 2 e 10 anni non è ancora invertita; ma si teme che l’inversione, che viene considerata in questo tratto della curva un segnale anticipatore della recessione, sia ormai una questione di tempo.

Michael Schumacher, direttore della strategia dei tassi presso Wells Fargo, ricorda a tal proposito che, se non tutte le inversioni si sono tradotte in una recessione, tutte le recessioni sono state sempre precedute da inversioni nella curva dei rendimenti.

Wells Fargo riporta alla mente quanto accaduto tra il 1998 e il 2008, quando l’inversione dello spread tra i tassi a due e 10 anni venne seguita da recessioni, che si verificarono in media 24 mesi più in avanti.

L’inversione della curva e dunque la paura di una recessione imminente mettono sotto pressione sia Wall Street che il dollaro.

Il rapporto dollaro-yen scende al di sotto della soglia di JPY 113, al minimo in una settimana, mentre l’euro si raffoza sulla valuta Usa superando quota $1,14 durante la sessione. Il Dollar Index cede lo 0,6% a 96,491 punti.