E’ il giorno della FED, cosa aspettarsi e impatti su trend bearish del dollaro
Ultimo meeting del 2020 della Federal Reserve carico di attese. il FOMC, il Federal Open Market Committee della banca centrale USA fornirà l’aggiornamento delle economic projections prendendo in considerazione sia il peggioramento dei contagi da Covid sia l’effetto vaccini atteso per il 2021. L’annuncio di politica monetaria arriverà alle 20 ora italiana con conferenza stampa di Jerome Powell alle 20.30.
Dalla Fed non sono attese sorprese sul fronte tassi federal funds ancora fermi allo 0-0,25%, con l’indicazione di mantenerli a questo livello fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo di massima occupazione e inflazione e sulla buona strada per superare moderatamente il 2% per un certo tempo. Cosa che difficilmente accadrà prima del 2023.
Fed rimarrà super-dovish, ma rischio delusione su modifica duration acquisti QE
Si va così verso una conferma delle misure super dovish per contrastare gli effetti del Covid sulla congiuntura e non si escludono delle variazioni. La banca centrale Usa potrebbe decidere di estendere la duration degli acquisti di Treasuries di lungo termine, il che significa che verrebbero aumentati gli acquisti di titoli di stato con scadenza a 10 e 30 anni. Una mossa che aiuterebbe a tenere sotto controllo i tassi di più lungo termine.
Ma c’è chi crede che questo non succederà adesso, anche alla luce del miglioramento delle prospettive economiche di medio termine negli ultimi mesi con i mercati finanziari sostenuti da notizie favorevoli sui vaccini mentre si sono allentati i timori di una transizione presidenziale lunga e difficile. Come sottolinea Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, l’infuriare dell’epidemia, e un certo indebolimento dei dati (labour market report novembre, consumer confidence, sussidi di disoccupazione etc) sembrerebbero buoni motivi per agire. “Personalmente però – afferma Sersale – penso che Powell e C. non hanno motivo di cambiare l’attuale stance (…) per questo motivo credo che le misure resteranno quelle attualmente in vigore (in fin dei conti è sempre un QE da 80 bln mese). Per il mercato sarà eventualmente una delusione salutare. Non credo che una mossa sia giustificabile, a meno di una situazione macro percepita assai peggiore di quella che appare dai dati”.
Anche gli strategist di Ing non credono che la Fed agirà sulla duration degli acquisti di asset e terranno tale azione nella loro cassetta degli attrezzi per un uso futuro. “Lo consideriamo più uno strumento che potrebbe essere utilizzato se si ha la percezione che i rendimenti del Tesoro stiano aumentando troppo e troppo rapidamente”.
Riflessi sul dollaro
L’azione della Fed non mancherà di impattare su un dollaro che è sceso con vigore nel corso di quest’anno. Il dollaro continua ad essere vicino ai minimi dell’anno e difficilmente il meeting di oggi farà cambiare il sentiment sul biglietto verde.
Al centro dell’attuale declino del dollaro c’è l’opinione che ci sarà una ripresa e che la Fed riuscirà ad alzare l’inflazione e che la Fed manterrà i tassi al livello minimo fino al 2023. “Non ci aspettiamo che le nuove proiezioni della Fed mettano in discussione questa opinione e l’attenzione si concentrerà su qualsiasi chiarimento sugli acquisti di obbligazioni – prosegue Ing – sia che si tratti di una guida a termine o di un’estensione della durata negli acquisti di attività nel tentativo di tenere sotto controllo i rendimenti alla fine della curva del Tesoro statunitense”. L’attuale discesa del dollaro potrebbe estendersi se il Congresso USA facesse progressi su un nuovo pacchetto di stimolo da 748 miliardi di dollari.