Draghi trova compromesso con Brunetta su smart working, ecco cosa attendersi dal Decreto della Befana
Il nuovo record di contagi – ieri hanno toccato quota 170mila con 259 morti (massimo da fine aprile) – potrebbe indurre il consiglio dei ministri di oggi ad adottare misure più ampie per ridurre gli spostamenti nelle prossime settimane. Il focus è su scuola e lavoro. Il ministro Brunetta nei giorni scorsi aveva nuovamente stoppato ogni ipotesi di ritorno massiccio al lavoro da remoto per i dipendenti pubblici. Ma ieri si è tenuto un vertice proprio tra Draghi e il ministro alla Pubblica amministrazione Renato Brunetta che ha ribadito la propria posizione. Il premier spinge per un compromesso utilizzando al massimo le regole che già esistono sul lavoro agile. Come riporta il quotidiano Repubblica, nelle ultime ore avrebbe preso corpo la possibilità di mantenere la maggioranza dei lavoratori in ufficio con l’invio però di una circolare che disponga l’uso più esteso possibile dello smart working, fino al 49% dei lavoratori del settore pubblico. Nel settore privato la direzione dovrebbe essere la stessa con apertura allo smart working fino al 100%, considerando che già molte aziende ne fanno ampio uso.
Il nuovo decreto al vaglio del CdM di oggi dovrebbe contenere più misure. A prendere corpo nelle ultime ore è soprattutto l’ipotesi molto concreta di un obbligo vaccinale per gli over 60 e l’accantonamento per il momento del super green pass per tutti i lavoratori che vede alcuni partiti (Lega e M5S) non convinti circa la misura. L’obbligo vaccinale per gli over 60 coinvolgerebbe circa 1,5 milioni di cittadini che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Da valutare che tipo di sanzione inserire per chi si sottrae a tale obbligo. Tra le alternative riportate oggi dagli organi di stampa c’è anche l’obbligo vaccinale solo ad alcune categorie di lavoratori, quelle che sono a contatto con il pubblico.
Il super green pass per tutti i lavoratori, che prevedrebbe la possibilità di lavorare ai soli vaccinati o a chi ha avuto il Covid negli ultimi sei mesi, appare di difficile attuazione nel breve con la necessità di concedere qualche settimana per permettere di vaccinarsi e anche il rischio per molte imprese di trovarsi a corto di personale. Di contro la misura faciliterebbe il compito di applicare la sanzione, ossia la sospensione dello stipendio, così come previsto già per alcune categorie (operatori della sanità, scuola e forze dell’ordine).