Draghi spegne (per ora) la speculazione su nuovi tagli, da balzo euro assist a rialzo tassi Fed?
E’ bastata una frase di Mario Draghi a ribaltare la reazione del mercato valutario all’ondata di nuove misure di stimolo monetario messe in campo ieri dalla Bce. Il numero uno della Bce nel corso della conferenza stampa ha spento le aspettative di nuovi tagli dei tassi in futuro (“non saranno necessari ulteriori tagli dei tassi di interesse”) innescando subito gli acquisti sull’euro.
Il cross euro/dollaro nella notte ha toccato i massimi a circa un mese a quota 1,1218, con un balzo di oltre tre figure rispetto ai minimi toccati ieri dopo l’annuncio delle nuove misure Bce.
“La reazione dell’euro è interessante – rimarca Tanguy Le Saout, Head of European Fixed Income di Pioneer Investments – poiché sembra che i mercati valutari sono stati più colpiti dal commento di Draghi sui tassi sono attualmente al limite inferiore, piuttosto che per il suo commento che i tassi rimarranno agli attuali livelli per un considerevole periodo di tempo“. “Sospettiamo che Draghi abbia tentato di fermare le speculazioni su ulteriori tagli dei tassi – aggiunge Tanguy Le Saout – ma se l’inflazione non risale ai livelli previsti dalla BCE, il mercato inevitabilmente tornerà a speculare su ulteriori misure di allentamento”.
“Se da un lato la Banca Centrale ha superato le aspettative di mercato elaborando un set di misure di politica monetaria non convenzionali, dall’altro ha disatteso il mercato sulle future linee guida relative alle riduzioni dei tassi di interesse”, conferma Marilyn Watson, Head of unconstrained fixed income product strategy BlackRock.
Discesa dollaro potrebbe incoraggiare Fed ad alzare i tassi
L’apprezzamento dell’euro potrebbe incidere anche sulle decisioni di politica monetaria oltreoceano. “Un interessante effetto collaterale – rimarca Tanguy Le Saout di Pioneer Investments – è che l’apprezzamento dell’euro/deprezzamento del dollaro Usa rappresenta un allentamento delle condizioni finanziarie per gli Stati Uniti e potrebbe incoraggiare la Federal Reserve per aumentare i tassi di interesse nella riunione di giugno“. Più difficile invece che la Fed agisca già nella riunione del 16 marzo “perché un aumento a sorpresa potrebbe turbare i mercati e causare una notevole volatilità”.
L’apprezzamento dell’euro potrebbe incidere anche sulle decisioni di politica monetaria oltreoceano. “Un interessante effetto collaterale – rimarca Tanguy Le Saout di Pioneer Investments – è che l’apprezzamento dell’euro/deprezzamento del dollaro Usa rappresenta un allentamento delle condizioni finanziarie per gli Stati Uniti e potrebbe incoraggiare la Federal Reserve per aumentare i tassi di interesse nella riunione di giugno“. Più difficile invece che la Fed agisca già nella riunione del 16 marzo “perché un aumento a sorpresa potrebbe turbare i mercati e causare una notevole volatilità”.
Raffica di misure dalla Bce, forse troppo
La Bce ha portato i tassi ai nuovi minimi storici (zero dal precedente 0,05%), mentre il tasso sui depositi è sceso a -0,40% dal precedente -0,3%. L’istituto centrale europeo inoltre amplierà da aprile il quantitative easing, portando gli acquisti mensili di asset a 80 miliardi di euro dai 60 mld attuali, includendo anche le obbligazioni investment grade denominate in euro emesse da società non bancarie della zona euro.
La Bce ha portato i tassi ai nuovi minimi storici (zero dal precedente 0,05%), mentre il tasso sui depositi è sceso a -0,40% dal precedente -0,3%. L’istituto centrale europeo inoltre amplierà da aprile il quantitative easing, portando gli acquisti mensili di asset a 80 miliardi di euro dai 60 mld attuali, includendo anche le obbligazioni investment grade denominate in euro emesse da società non bancarie della zona euro.
“Draghi ha messo in campo tutto quello che poteva utilizzare – commenta Matteo Paganini, chief analyst FXCM Italia – forse troppo se concentrato in un’unica decisione, tanto da aver trasmesso al mercato l’idea che ulteriori interventi da parte della BCE possano risultare, se non inverosimili, quanto potenzialmente inefficaci”. L’esperto di Fxcm ritiene comunque che l’euro potrebbe tornare verso area 1,05/1,08 dopo eventuali tenute di resistenze passanti tra 1,1500 e 1,175.