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Draghi richiama le banche sui mutui

12 Luglio 2007 06:54

Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, prosegue la sua crociata per la modernizzazione del sistema bancario italiano. Dopo i richiami di qualche settimana orsono sugli elevati costi che gravano sui clienti delle banche, il numero uno di Via Nazionale ha ribadito ieri il suo pensiero nell’intervento tenuto davanti all’assemblea annuale dell’Associazione bancaria italiana (Abi).


Di particolare forza sono state le esortazioni sui mutui e credito al consumo. In entrambi i casi, ha ricordato Draghi, “i tassi di interesse praticati dalla banche italiane sono più elevati rispetto a quelli medi dell’area euro”. Una constatazione confermata dall’Osservatorio Banca per la Casa secondo il quale solo in Inghilterra si pagano interessi maggiori che nel Belpaese mentre in tutte le altre nazioni del Vecchio continente il tasso di interesse per l’accensione di un mutuo è sensibilmente inferiore. Al dicembre 2006 le ultime rilevazioni dell’Osservatorio elaborate dai dati di Bankitalia, European mortgage federation e Bce, vedevano il tasso di interesse medio applicato in Italia al 5,10% contro il 4,71% della Germania terza sul gradino del podio, a grande distanza, dopo Inghilterra e Italia. Sul fronte mutui la speranza di Draghi è che una maggiore concorrenza porti alla realizzazione di offerte maggiormente concorrenziali per la clientela mentre lo stimolo che verrà dalla nuova normativa sui covered bond che “consentirà alle banche di ampliare la gamma di strumenti di raccolta per finanziare prestiti a lungo termine dovrà riflettersi in condizioni più favorevoli”.


Sul credito al consumo, Draghi ha evidenziato che “il tasso annuo effettivo globale supera ancora di circa un punto percentuale quello medio dell’area” pur essendosi realizzata una riduzione del differenziale negli ultimi mesi. “Neanche l’ingresso di intermediari esteri ha finora costituito un sufficiente stimolo alla concorrenza”.


Le indicazioni del governatore di Bankitalia sono state immediatamente rilanciate dalle Associazioni di consumatori che hanno ritrovato nelle parole di Draghi “battaglie che noi conduciamo da tempo”, mentre Corrado Faissola, nella sua prima relazione in qualità di presidente dell’Abi ha difeso il sistema bancario puntando il dito contro un fisco penalizzante e una burocrazia quasi paralizzante. “Soffriamo lacune normative e difetti di coordinamento, ovvero interventi discriminatori del legislatore” ha detto il numero uno dell’Abi citando ad esempio la normativa in materia di cuneo fiscale che escludeva il settore bancario e che la stessa Unione europea ha giudicato discriminatoria. Con preciso riferimento alla questione mutui Faissola ha imputato alle difficoltà burocratiche che in Italia si incontrano per avere ragione di chi non paga le rate, con tempi decisamente più lunghi e costi maggiori, i più alti interessi praticati sui mutui.