Draghi: non c’è deflazione nell’eurozona, pronti ad agire se necessario
Non c’è deflazione nell’eurozona. Lo ha assicurato oggi Mario Draghi, il governatore della Banca centrale europea (Bce). Durante il suo intervento a Francoforte il numero uno dell’Eurotower ha affrontato il tema caldo del momento, ossia il rallentamento dei prezzi nella zona euro, cercando di spazzare via lo spettro che aleggia ormai da tempo nel Vecchio continente.
Draghi ha ribadito che ci sarà un periodo di tempo piuttosto lungo in cui l’inflazione sarà bassa, ma ancorata all’obiettivo di un tasso inferiore ma vicino al 2%”. Il suo recente calo (a gennaio è scesa allo 0,7% su base annuale) è dovuto soprattutto alla componente energetica e delle materie prime, ma lo scenario è quello di un progressivo miglioramento. Lo spauracchio della deflazione è escluso: “anche se la situazione è complessa, non ci troviamo in un contesto di deflazione, ma solo di bassa inflazione“. Il board della Bce ha avuto una ampia discussione in merito, ma non ha visto elementi tipici di deflazione nel Vecchio continente, per questo ha preso la decisione di mantenere i tassi di interesse fermi allo 0,25%.
E per chi si aspettava un taglio del costo del denaro a sorpresa, come successo a novembre, Draghi ha spiegato: “E’ un contesto diverso da quello di novembre, aspettiamo nuove informazioni”. Quelle che arriveranno a marzo, con le nuove previsioni (fino al 2016!), potrebbero dare maggiore chiarezza sulle possibili mosse della Bce. Certamente un “peggioramento del livello di inflazione nel medio termine” sarebbe un evento importante che farebbe intervenire la Banca centrale europea.
Draghi ha promesso ancora una volta “tassi ai livelli attuali o inferiori ancora a lungo”, all’interno di una politica monetaria che rimarrà espansiva finché sarà necessario. La Bce è “pronta ad agire con tutti gli strumenti disponibili per sostenere la stabilità dei prezzi e la ripresa”. Una ripresa che prosegue secondo le aspettative, ma che è ancora debole e con un tasso di disoccupazione troppo alto. La crescita dell’eurozona è poi messa a dura prova dalle recenti tensioni sui mercati finanziari e su quelli emergenti.
E proprio riguardo quest’altro argomento sensibile, cioè la volatilità dei Paesi emergenti che si è abbattuta sui listini in questo inizio d’anno, la Bce ha fatto sapere che “monitora attentamente” gli sviluppi sui mercati monetari ed è pronta ad “azioni decisive” se necessarie. “Finora l’area euro si è difesa bene e la volatilità non si è trasmessa, ma dobbiamo capire – ha precisato Draghi- se questa volatilità sarà duratura”.