Draghi: le banche devono continuare a rafforzare il patrimonio, Ghizzoni raccoglie l’assist
Mario Draghi invita le banche italiane a continuare il percorso di rafforzamento patrimoniale. Una strada da seguire soprattutto attraverso la capitalizzazione degli utili. L’auspicio del governatore di Bankitalia è che gli istituti utilizzino gran parte dei profitti 2010 per accrescere la loro dotazione patrimoniale, anche se appare inevitabile un ricorso al mercato dei capitali. In sostanza, Draghi ha ribadito ai grandi banchieri di essere moderati nella distribuzione del dividendo. Il primo a raccogliere l’appello di Draghi, intervenuto questa mattina all’Assiom Forex di Verona, è stato il Ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni. “Avere un adeguato patrimonio è imperativo per le banche italiane”, ha spiegato l’Ad di piazza Cordusio aggiungendo che Unicredit vanta “ratios patrimoniali adeguati e continua a implementare una strategia di riduzione dei costi”.
E proprio il contenimento dei costi, secondo il numero uno di Palazzo Koch, “consentirà quel recupero dei profitti che è necessario per il rafforzamento patrimoniale richiesto dai mercati e dalle nuove norme sul capitale”. Le banche italiane, inoltre, dovranno agire con determinazione per ridurre l’incidenza dei costi sui ricavi complessivi e Draghi ha voluto fornire qualche suggerimento: “occorre razionalizzare le reti di vendita, semplificare le strutture produttive e cedere ulteriori attività non strategiche”. Il governatore della Banca d’Italia ha anche tracciato un quadro generale sullo stato di salute degli istituti di credito del BelPaese, sottolineando che sui profitti delle banche italiane “pesano la contrazione del margine d’interesse e il deterioramento della qualità dei crediti, conseguenza della grave recessione”.
I numeri danno ragione al governatore: nei primi 9 mesi del 2010 gli utili dei primi 5 gruppi bancari italiani si sono ridotti dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2009, mentre il margine d’interesse è sceso in due anni dal 2 allo 0,9% del totale dell’attivo. La bassa redditività delle banche italiane, ha detto Draghi, “risente anche del loro tipico modello di attività, improntato soprattutto sulla clientela retail”. Un modello che le ha protette durante la crisi perché “meno esposte alla volatilità dei mercati finanziari. Il rovescio della medaglia è che le rende fortemente dipendenti dal margine d’interesse e dall’andamento della congiuntura macro”.
Il governatore di Bankitalia, oltre a tracciare un quadro sulle banche italiane, ha voluto anche allargare il campo con un’analisi sugli istituti del Vecchio Continente. “I mercati finanziari stanno recuperando funzionalità ma il ritorno alla piena normalità richiederà tempo – ha spiegato Draghi -. Le banche, in particolare quelle europee, incontrano difficoltà nell’approvvigionarsi di fondi sui mercati e dal lato degli attivi di bilancio sono esposte a rischi significativi per gli strascichi della recessione e per le tensioni sui mercati di titoli pubblici”.