Draghi alimenta un gennaio da record per il mercato europeo degli ETF
Avvio di 2015 a marce spedite per l’industria europea degli ETF. I flussi mensili verso ETF quotati sui mercati europei hanno segnato un nuovo massimo storico, pari ad oltre un quinto della raccolta totale del 2014. Dal BlackRock Global ETP Landscape emerge che l’annuncio di un piano di quantitative easing da parte della BCE più aggressivo del previsto è stato ben accolto dal mercato, contribuendo a registrare flussi di 8,4 miliardi di dollari per azionario paneuropeo e 13,7 miliardi di dollari per ETP quotati in Europa.
Nel complesso la raccolta mondiale, pari a 11,6 miliardi di dollari, è stata moderata rispetto agli ultimi mesi, con flussi rilevanti per azionario Europa e obbligazioni corporate, divergendo da riscatti significativi per large cap statunitensi ed azionario emergente. L’andamento dei tassi di cambio, e in particolare l’apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro, ha portato ad un nuovo massimo mensile di 6,9 miliardi di dollari per ETP con copertura valutaria, concentrati su ETF con esposizioni su Europa, Australasia e Medio Oriente.
Effetto QE
“Incoraggiati dall’annuncio del QE della BCE, gli ETF che offrono l’esposizione a titoli azionari paneuropei hanno raccolto 8,4 miliardi di dollari nel mese di gennaio – commenta Ursula Marchioni -responsabile della ricerca ETP per l’area EMEA di iShares – . Stiamo assistendo ad una rotazione dai titoli azionari statunitensi ai titoli azionari europei attraverso gli ETF. Si tratta del principale cambiamento rispetto al 2014″.
Le commodity hanno registrato un’accelerazione a 5,2 miliardi di dollari, la raccolta mensile migliore in quasi cinque anni in scia agli afflussi sul greggio a seguito del crollo dei prezzi del petrolio, così come si sono osservati i primi significativi afflussi sull’oro dallo scorso giugno. Gli investimenti maggiori hanno riguardato i replicanti sul petrolio (+3,7 mld) e quelli sull’oro (+2,3 mld).
Corsa anche agli ETF con copertura valutaria
“Il cambiamento a sorpresa della politica della Banca nazionale svizzera, e la successiva caduta dell’euro nei confronti del dollaro – aggiunge la Marchioni – hanno guidato significativi flussi per 6,9 miliardi di dollari in ETF azionari con copertura valutaria quotati a livello, quasi la metà del totale registrato complessivamente nel 2014, dato che gli investitori hanno anticipato un ulteriore deprezzamento. Anche l’azionario svizzero ha visto afflussi per 0,3 miliardi di dollari”. “Il reddito fisso ha continuato lo slancio iniziato nel 2014 – prosegue l’esponente di iShares – con i fondi quotati europei che hanno registrato in gennaio afflussi per 5,1 miliardi di dollari. Il contesto di bassi tassi di interesse sta guidando i flussi verso il segmento del credito investment grade in Europa, continuando la tendenza trainante dei flussi record degli ETF obbligazionari lo scorso anno, attualmente affiancata da un ritorno di flussi nell’alto rendimento.