Dove investire i risparmi nel 2007
Anche nel 2007 l’imperativo per gli investitori è costruire un buon portafoglio. Le offerte sono tante e il primo passo è diversificare. Per coloro che amano investire ma senza rischiare troppo la strada da percorrere rimangono le obbligazioni. Chi invece vuole azzardare può gettare lo sguardo sui mercati emergenti.
Gli investimenti risk free non esistono, si sa. Ma per gli investitori più prudenti, insomma che quelli che non vanno a caccia del rischio, c’è la via dei prodotti obbligazionari. Strumenti che sul finire del 2006 hanno ripreso a dare soddisfazioni agli investitori del Vecchio continente.
E in previsione di un aumento del livello dei tassi in Europa, le obbligazioni a remunerazione variabile appaiono una buona soluzione rispetto a quelle a lunga scadenza che al momento offrono un premio più modesto.
Obbligazionario Ue condizionato pertanto dalle future mosse della Banca centrale europea. In tal senso invita alla prudenza Carlo Bodo, portfoglio manager di Gestonord fondi: “Il portafoglio del fondo obbligazionario medio termine di cui mi occupo è ripartito su tutte le principali aree di tasso a livello europeo, in sintonia con il benchmark di riferimento, per rendere meno volatile il prodotto. Non a caso il 30% circa del patrimonio è investito in titoli a tasso variabile. Una ripartizione che fornisce un valido supporto nel caso di tassi in salita”. L’idea di Bodo è che la bassa volatilità che ha caratterizzato i mercati in questo periodo ha avuto ripercussioni in particolare sul comparto obbligazionario portando le curve verso un appiattimento e – negli States in particolare – verso un’inversione.
Secondo Bodo, in questo contesto, è sempre più valido posizionarsi sulla parte breve delle curve. Insomma, stesso rendimento con minori rischi. È soprattutto lo scenario macro d’Oltreoceano a guidare il mercato che allo stato attuale è diviso sulla possibilità che il rallentamento in atto negli Stati Uniti possa essere più di un soft landing, portando quindi la Fed a una serie di tagli dei tassi per dare nuovo stimolo all’economia. Questo scenario non è pienamente scontato in questo momento e potrebbe essere la chiave per interpretare il prossimo anno. Se tale scenario dovesse avverarsi l’investimento obbligazionario – soprattutto in titoli a breve termine potrebbe aiutare l’investitore a raggiungere buoni risultati di rendimento.
Costruire un buon portafoglio è il proposito di ogni investitore a inizio anno. È questo intento si può raggiungere percorrendo strade collaudate negli anni scorsi. Non solo obbligazioni nel 2007 ma anche uno sguardo ai mercati emergenti dove il toro continuerà a scalpitare anche nei prossimi due anni. Cina e India in testa ma anche Russia e Messico sono le destinazioni ideali per chi è alla ricerca di buone performance sui listini. Non ha dubbi Don Hanna, analista di Citigroup. “Sui mercati emergenti ci aspettiamo che la solida performance economica degli ultimi anni possa continuare per tutto il 2007 e 2008”, ha comunicato l’esperto in uno studio pubblicato nel mese di novembre. “Le maggiori economie dei mercati emergenti come Cina, India, Russia e Messico hanno registrato una crescita del Pil più alto nel 2006”, ha aggiunto l’analista del broker americano, anticipando che “i solidi tassi di crescita potrebbero andare di pari passo con una moderata o addirittura in diminuzione inflazione”. Politiche economiche di breve termine migliori, una buona crescita finanziaria e più in generale delle condizioni strutturali favorevoli potrebbero convincere gli investitori internazionali a riscoprire il gusto del rischio. Ma non solo. Anche una riduzione della volatilità è un altro punto a favore dei mercati emergenti. In effetti, il costante miglioramento di questo tipo di mercati è arrivato nel momento in cui la scena internazionale si è stabilizzata: tassi d’interesse più bassi, una crescita del commercio mondiale, il prezzo delle commodoty e il flusso dei capitali.
Costruire un buon portafoglio è il proposito di ogni investitore a inizio anno. È questo intento si può raggiungere percorrendo strade collaudate negli anni scorsi. Non solo obbligazioni nel 2007 ma anche uno sguardo ai mercati emergenti dove il toro continuerà a scalpitare anche nei prossimi due anni. Cina e India in testa ma anche Russia e Messico sono le destinazioni ideali per chi è alla ricerca di buone performance sui listini. Non ha dubbi Don Hanna, analista di Citigroup. “Sui mercati emergenti ci aspettiamo che la solida performance economica degli ultimi anni possa continuare per tutto il 2007 e 2008”, ha comunicato l’esperto in uno studio pubblicato nel mese di novembre. “Le maggiori economie dei mercati emergenti come Cina, India, Russia e Messico hanno registrato una crescita del Pil più alto nel 2006”, ha aggiunto l’analista del broker americano, anticipando che “i solidi tassi di crescita potrebbero andare di pari passo con una moderata o addirittura in diminuzione inflazione”. Politiche economiche di breve termine migliori, una buona crescita finanziaria e più in generale delle condizioni strutturali favorevoli potrebbero convincere gli investitori internazionali a riscoprire il gusto del rischio. Ma non solo. Anche una riduzione della volatilità è un altro punto a favore dei mercati emergenti. In effetti, il costante miglioramento di questo tipo di mercati è arrivato nel momento in cui la scena internazionale si è stabilizzata: tassi d’interesse più bassi, una crescita del commercio mondiale, il prezzo delle commodoty e il flusso dei capitali.