Notizie Notizie Italia Dopo taglio stime deficit governo va avanti. Spread di tregua? Salvini smentisce e annuncia 16 mld per reddito e addio Fornero

Dopo taglio stime deficit governo va avanti. Spread di tregua? Salvini smentisce e annuncia 16 mld per reddito e addio Fornero

4 Ottobre 2018 09:20

Spread di tregua a 400 punti base: cosa significa? Le indiscrezioni vengono riportate da La Stampa che scrive che, dopo aver ridotto le stime sul deficit-Pil per il 2020 e il 2021 – quella per il 2019 è rimasta inchiodata al 2,4%, ben oltre i livelli considerati accettabili dalla Commissione europea – il governo M5S-Lega non sarebbe disposto a fare altre concessioni.

“I gialloverdi sfidano l’Ue: «Ci bocciassero pure la manovra. Siamo pronti. Sarebbero loro a perderci» è la convinzione di Di Maio, ma anche di Salvini. Da oggi in avanti inizia una lunga trattativa, che a tappe prefissate porterà a una soluzione finale”.

Detto questo, nasce lo spread di tregua. Uno spread che potrebbe essere anche definito come una soglia pericolo, superata la quale l’esecutivo rischierebbe di portare l’Italia sull’orlo del baratro, come avvenne nel 2011:

“Se lo spread, il differenziale tra Bund e Btp, dovesse andare ben oltre i 300 punti toccati ancora ieri, la furia di spesa potrebbe placarsi. È a 400 punti, esattamente, che grillini e leghisti hanno fissato la soglia della tregua. Solo in quel caso, con l’Italia magari sull’orlo del baratro come avvenne nel 2011, sarebbero disposti a firmare un armistizio”.

Ma il vicepremier Matteo Salvini, intervistato da Radio Anch’Io, smentisce prontamente i rumor, rispondendo alla domanda se il governo sarebbe disposto a fare altri dietrofront se lo spread salisse fino a 400 punti:

“No, no, questa è una manovra che punta a far ripartire il lavoro. Se tagli le tasse agli imprenditori aiuti la crescita: puntiamo a un’Italia che non cresce dello 0 virgola, ma dell’1,5, del 2, del 2,5 per cento”.

Determinazione dunque ad andare avanti: il dietrofront con cui il governo ha limato i target sui deficit-Pil per il 2020 e il 2021 rispettivamente al 2,1% e all’1,8%, potrebbe essere il primo e l’ultimo. (Da segnalare che, nella versione originale del Def, Conte & Co. avevano parlato di un target al 2,4% per l’intero triennio). E potrebbe anche non essere sufficiente:

Per l’Unione europea, un deficit-Pil che rimane al 2,4% nel 2019 viene considerato infatti comunque alto e l’ipotesi bocciatura della manovra è tutto fuorché accantonata. Ma almeno c’è la speranza che in questo modo un po’ di tensione sia stata stemperata e che le trattative sulla legge di bilancio possano partire con toni meno accesi rispetto a quelli dei giorni scorsi.

In realtà il governo M5S-Lega ha molto da chiarire: il Def continua a essere non pervenuto, e di cifre vere nessuno parla.

Non solo spread di tregua, rumor su Pil nel Def

Il Sole 24 Ore oggi riporta quelli che dovrebbero essere i target sul Pil: una crescita dell’1,5% nel 2019, dell’1,6% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021.

L’obiettivo del governo è inoltre quello di assicurare calo del ratio debito-Pil fino al 126,5% e una flessione del tasso di disoccupazione addirittura fino al 7%.

Salvini stamattina ha fatto maggiore chiarezza, snocciolando qualche numero, in attesa della presentazione del Def al Parlamento, prevista per la giornata di oggi.

Il vicepremier leghista ha reso noto che “nella manovra ci saranno 16 miliardi per i due interventi principali, reddito di cittadinanza e abolizione della legge Fornero. Ma in questa cifra ci saranno anche l’aumento delle pensioni di invalidità, il quoziente familiare, un premio alle famiglie numerose con contributo alla natalità”.

“Se la matematica non è un’opinione – ha poi precisato – se ce ne sono 7-8 per la Fornero, ce ne sono 8 per il reddito” e “sull’abolizione della Fornero l’investimento varia tra i 7 e gli 8 miliardi, a seconda di quanti sceglieranno di andare in pensione nel 2019. Abbiamo scelto di non fare penalizzazioni e di non mettere paletti, come limiti di reddito. La Fornero è stata una legge ingiusta e va abolita”.

Ma dopo un po’ Salvini stesso è stato smentito. Ospite a Mattino Cinque il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni del Movimento 5 Stelle ha infatti corretto il leader leghista sulla dichiarazione secondo cui al reddito di cittadinanza andrebbero 8 miliardi di euro”.

Credo che stamattina fosse ancora troppo presto e probabilmente Salvini si è sbagliato perché ho qui davanti la tabella (che mostra alle telecamere,), decisa con i nostri partner, e abbiamo 9 miliardi più 1 per il reddito di cittadinanza. Sono certo che quello che ha dichiarato Salvini è solo un problema di calcolo momentaneo dovuto al fatto che fosse ancora mattino presto”.