Dopo il no scozzese i mercati guardano alla Catalogna e alla Francia
Le borse europee si sgonfiano dopo le ottime performance registrate in mattinata in scia all’esito del referendum sull’indipendenza scozzese che ha visto il prevalere del no. A Londra il Ftse100 avanza dello 0,61%, il tedesco Dax guadagna dello 0,29% mentre a Madrid l’Ibex35 segna un progresso dello 0,55%. In negativo il parigino Cac40 che cede lo 0,10%. Peggio di tutti fa il Ftse Mib che a Milano perde lo 0,23%.
Ora l’attenzione degli investitori sembrerebbe spostarsi verso sud. E precisamente in Catalogna dove il presidente, Arturo Mas, ha voluto ribadire che il processo verso l’indipendenza della Catalogna continua e si rafforza nonostante il rifiuto degli scozzesi a separarsi dalla Gran Bretagna. Il Parlamento catalano ha intenzione di approvare una legge per autorizzare la consultazione il 9 novembre, che però ha già trovato la forte opposizione da parte del governo di Madrid.
La Scozia “ha lanciato un messaggio potente, forte e chiaramente positivo” ma “il processo catalano continua e si sente rafforzato perché abbiamo visto che un Paese Ue può trovare un accordo per permettere il voto”, ha detto Mas che prosegue: “Lo dico perché se ci fosse qualcuno per il quale la vittoria del no in Scozia potrebbe gettare un’ombra sul processo catalano, si sbaglierebbe di grosso“.
“Gli altri movimenti separatisti in Europa, e in particolare in Spagna, sono stati incoraggiati dal forte movimento pro-indipendenza in Scozia”. Così Gareth Colesmith, Senior portfolio manager di Insight Investment Management (Gruppo BNY Mellon), secondo cui “la spinta dei nazionalisti per l’indipendenza in Catalogna e nei Paesi Baschi resterà comunque un tema caldo sino a novembre, quando i separatisti catalani prevedono di tenere una votazione non vincolante sull’indipendenza. Il governo spagnolo probabilmente proverà a far dichiarare qualsiasi voto come incostituzionale”.
I mercati attendono anche la decisione di Moody’s sulla Francia che arriverà questa sera a mercati chiusi. Numerose infatti sono state le indiscrezioni che danno come ormai certo un taglio del rating da Aa1 ad Aa2. A pesare sulla decisione la situazione di Parigi che deve fare i conti con una mancata crescita nella prima metà dell’anno e il possibile rinvio al 2017 del rientro del deficit sotto il 3%.
A Wall Street l’attenzione è catalizzata dall’Ipo di Alibaba, la più grande della storia statunitense. Le azioni del colosso cinese delle vendite online sono state prezzate a 68 dollari l’una, al massimo della forchetta attesa. A tali prezzi la capitalizzazione complessiva della società si attesta a quasi 168 miliardi di dollari, cifra che ne fa una delle più grandi Ipo di sempre. E nel caso in cui venga esercitata la greenshoe, l’Ipo di Alibaba diventerà la più grande Ipo di sempre.