Notizie Notizie Italia Dollar index sale ai massimi da nove mesi

Dollar index sale ai massimi da nove mesi

24 Ottobre 2016 17:04

 

L’attesa di un’affermazione di Hillary Clinton nelle elezioni presidenziali, l’aspettativa di un incremento dei tassi nel meeting di dicembre e i miglioramenti della prima economia favoriscono gli acquisti sul biglietto verde. Gli ultimi dati diffusi dalla Commodity Futures Trading Commission hanno evidenziato una crescita settimanale delle posizioni rialziste sul dollaro di 3,72 miliardi di controvalore per un complessivo di 18,44 miliardi di dollari, il livello maggiore da gennaio.

In questo contesto il dollar index, l’indicatore che misura l’andamento della divisa statunitense contro un basket di valute, si è spinto a 98,537 punti, il livello maggiore da gennaio. Minimo da marzo invece per l’eurodollaro, sceso a 1,0859 (-3% nell’ultimo mese). Per Alan Ruskin, Macro strategist di Deutsche Bank, il cross è destinato a breve a testare il minimo da inizio anno a 1,0710 ed a terminare l’anno a 1,05.

Poco fa nuove indicazioni rialziste sono arrivate dall’aggiornamento relativo il Pmi del settore servizi che, spinto dai massimi annuo delle componenti ‘output’ e ‘nuovi ordini’, ad ottobre è salito da 51,5 a 53,2 punti.

“Crediamo sempre più –si legge nel Weekly Outlook di Morgan Stanley – che il dollaro stia tornando verso il suo trend di rafforzamento di lungo termine”. Questo grazie in primo luogo “alla chiusura dell’output gap e alle sue implicazioni sulla politica monetaria, due fattori destinati a muovere i tassi e i differenziali di rendimento in favore del dollaro”.

Inoltre, “la curva dei rendimenti globale dovrebbe diventare più ripida con la crescita dell’inflazione, con quella eventuale della volatilità e con la riduzione della propensione al rischio, favorendo il rientro dei dollari in patria e quindi sostenendo il biglietto verde”.

Il rafforzamento è stimato più pronunciato rispetto “alle valute a basso rendimento (valute asiatiche a basso rendimento, yen e corona svedese) mentre quelle ad alto rendimento con buoni fondamentali potrebbero dimostrarsi relativamente resilienti”.