Diasorin troneggia a Piazza Affari, ma analisti vedono rischio sbornia da test Covid-19
Non si arresta la corsa forsennata di Diasorin che aggiorna nuovamente i massimi storici in Borsa. Il titolo è arrivato a guadagnare oltre il 5% a quota 158,5 euro, nuovo massimo storico. Il titolo del gruppo che fa capo a Gustavo Denegri è di gran lunga il miglior titolo del Ftse Mib da inizio anno con oltre +35%.
Il jolly del test-sierologico sospinge il titolo
Il newsflow sul titolo rimane positivo con il Comitato tecnico scientifico che sta vagliando i test sierologici da utilizzare per la fase 2.Come riporta Equita SIM, i test rimasti in short-list sarebero 3-4, tra i quali c`è quello sviluppato da DiaSorin. La campagna nazionale partirà con i primi prelievi tra 2-3 settimane, e sarà effettuata a campione sulla popolazione italiana per avere un quadro epidemiologico più chiaro della propagazione del virus, e comprenderà circa 150 mila cittadini. In Lombardia saranno effettuati 20 mila test sierologici al giorno dal 21 aprile. E la Lombardia lavorerà in esclusiva con DiaSorin. “I test sierologici giocheranno un ruolo importante per gestire la fase 2 nei diversi Paesi, e Diasorin gode di un ottimo posizionamento competitivo in Italia, tuttavia il prezzo del titolo (P/E >40x) sconta a nostro avviso uno scenario troppo ottimista sui test Covid-19“, rimarca Equita Sim.
Sponda da numeri di Biomerieux
Intanto stamattina Biomerieux, azienda francese operante nel settore medicale, microbiologia e diagnostica, ha annunciato un forte trend di vendita nel primo trimestre 2020 sotto la spinta principalmente da test molecolari relativi a COVID-19, che ne hanno più che compensato una tendenza discendente degli altri test. Biomerieux ha ritirato la guidance 2020 a causa della mancanza di visibilità sull’impatto di COVID-19 su tutti i test di routine a livello globale. “Impatto misto per Diasorin – sottolinea Mediobanca Securities – Da un lato, i risultati di Biomerieux 1Q20 sono piuttosto forti, ma dall’altro la visibilità per il resto dell’anno rimane piuttosto bassa a causa dell’impatto di COVID19 delle normali attività ordinarie”.
Diarosin e il suo feeling con i virus
Martedì scorso il colosso della diagnostica, che gestisce sei centri di produzione in tre continenti, ha annunciato un nuovo test correlato a COVID19 basato sulla tecnologia Liaison XL che rileverà la presenza degli anticorpi nei pazienti contagiati. Questo permetterà di individuare gli infettati che non sono stati rilevati in tempo con il tampone, così da avere un quadro più preciso della diffusione del virus all’interno della popolazione. Secondo i calcoli di Mediobanca Securities questo test dovrebbe essere in grado di generare 50-70 milioni di euro quest’anno e più che compensare uno scenario macro più debole principalmente negli Stati Uniti dove l’impatto di COVID19 potrebbe essere peggiore rispetto alle aspettative precedenti.
Diasorin non è nuova a una forte reattività a focolai di virus: a fine 2009 ottenne l’autorizzazione di emergenza dalla FDA per i kit di test rapidi per l’influenza suina H1N1 e nell’aprile 2017 per il virus Zika.