Def: verso manovra da 20 mld con focus su spending review e stretta su agevolazioni per evitare aumento Iva
Il governo Renzi si appresta a varare la nuova manovra di finanza pubblica che dovrebbe ammontare a circa 20 miliardi di euro. Obiettivo principale del Def, il Documento di economia e finanza, sarà quello di evitare che scattino le temute clausole di salvaguardia previste dalla legge di Stabilità 2015 e che scatterebbero il prossimo 1 gennaio 2016.
In primo piano c’è la spending review con ben 10 miliardi di euro che dovrebbero arrivare da tagli di spesa e dalla revisione delle agevolazioni fiscali. Il varo del nuovo Def da parte del consiglio dei ministri è previsto per stasera, mentre per venerdì si attende il via libera al programma nazionale per le riforme che dovrebbe contenere tra l’altro la nuova local tax che andrebbe a inglobale tutte le varie tasse locali con l’intento in particolare di semplificare la tassazione sulla casa unificando Imu e Tasi. Intanto sono già sul piede di guerra i Comuni e le Regioni che temono un nuovo giro di tagli. Piero Fassino, presidente dell’Anci (associazione nazionale dei comuni italiani) ha chioesto di incontrare Renzi primka del varo del Def. Non ci sottraiamo alla responsabilità di concorrere a un risanamento dei conti pubblici, ma bisogna farlo con equità e misura, cosa che fin qui è mancata”, ha rimarcato Fassino.
Ipotesi slittamento pareggio di bilancio al 2018
Il Def conterrà le nuove stime economiche che secondo quanto emerso nelle ultime settimane dovrebbero vedere l’economia italiana crescere più del previsto con un +0,7% quest’anno (dal +0,6% previsto lo scorso ottobre) per poi accelerare a +1,5% nei prossimi anni. A livello di conti pubblici, la previsione di deficit dovrebbe essere confermata al 2,6% per il 2015. Per i prossimi anni il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan potrebbero invece cercare di rallentare i percorso di rientro del deficit nei prossimi anni. Secondo quanto riportato oggi dal Corriere della Sera, il governo potrebbe mantenere il deficit sopra il 2% nel 2016 rispetto all’1,8% concordato con Bruxelles. Nel 2017 poco sopra l’1% (dallo 0,8%) con pareggio strutturale di bilancio rinviato di un anno al 2018. Anno di tempo in più che potrebbe essere chiesto a Bruxelles in virtù delle riforme strutturali messe in campo in questi anni e che secondo le nuove regole Ue possono giustificare un rallentamento del ritmo di rientro del deficit.
Il Def conterrà le nuove stime economiche che secondo quanto emerso nelle ultime settimane dovrebbero vedere l’economia italiana crescere più del previsto con un +0,7% quest’anno (dal +0,6% previsto lo scorso ottobre) per poi accelerare a +1,5% nei prossimi anni. A livello di conti pubblici, la previsione di deficit dovrebbe essere confermata al 2,6% per il 2015. Per i prossimi anni il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan potrebbero invece cercare di rallentare i percorso di rientro del deficit nei prossimi anni. Secondo quanto riportato oggi dal Corriere della Sera, il governo potrebbe mantenere il deficit sopra il 2% nel 2016 rispetto all’1,8% concordato con Bruxelles. Nel 2017 poco sopra l’1% (dallo 0,8%) con pareggio strutturale di bilancio rinviato di un anno al 2018. Anno di tempo in più che potrebbe essere chiesto a Bruxelles in virtù delle riforme strutturali messe in campo in questi anni e che secondo le nuove regole Ue possono giustificare un rallentamento del ritmo di rientro del deficit.