Def, Bankitalia: riduzione debito è un imperativo ed è alla nostra portata
Mentre la nota di aggiornamento al Def è al vaglio delle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, varie sono le audizioni nel merito che vedono protagoniste diverse istituzioni economiche.
Si parla di progressi dell’Italia, ma anche delle sfide che il paese deve continuare a fronteggiare. La più importante, per Bankitalia, è la riduzione del debito: una riduzione che deve essere “significativa”, come sottolinea Luigi Federico Signorini, vicedirettore generale di Palazzo Koch, e che “è un imperativo”.
Non manca tuttavia, oltre al diktat, una maggiore fiducia sulla capacità effettiva dell’Italia di ridurre il debito. Signorini sottolinea infatti che una “significativa riduzione del rapporto tra il debito pubblico e il prodotto nel medio termine è alla nostra portata“, e ciò, fa notare, “è dimostrato sia dalle analisi di Bankitalia che da quelle del governo”.
Certo, l’esigenza è sempre quella di ridurre il debito senza mettere a rischio la crescita dell’economia.
Per questo motivo la politica di bilancio, continua Signorini durante l’audizione alle commissioni, ” si deve muovere lungo un ‘sentiero stretto’ tra l’esigenza di non soffocare la ripresa congiunturale e l’imperativo di ridurre il debito”.
La buona notizia è che il sentiero, “pur sempre arduo, è un po’ meno angusto che in passato, grazie alle favorevoli condizioni della congiuntura e dei mercati”.
Detto questo, nell’attuale contesto congiunturale “avanzi primari lievemente inferiori a quelli programmati in aprile possono essere gestibili, a patto che gli interventi necessari a conseguire gli obiettivi di medio termine siano definiti chiaramente e attuati senza alcuna incertezza. È il minimo indispensabile”.
Secondo Signorini, è fondamentale che l’Italia si mostri credibile nel percorso di riforme e di risanamento dei conti pubblici:
“La credibilità dell’impegno ad assicurare finanze pubbliche in ordine è condizione necessaria affinché un graduale ritorno alla normalità delle condizioni monetarie e finanziarie nell’area dell’euro non implichi un aumento del differenziale tra costo del debito e crescita dell’economia, che a sua volta si tradurrebbe, come un circolo vizioso, in un peggioramento della dinamica del debito”.
In audizione stamattina, oltre al vicedirettore di Bankitalia, anche Giorgio Alleva, numero uno dell’Istat. Alleva ha parlato mentre l’Istat diffondeva i conti economici trimestrali, confermando il Pil italiano del secondo trimestre del 2017 in crescita dell’1,5% su base annua.
L’Istat ha rivisto al rialzo il Pil del primo trimestre da +0,4% a +0,5%, tagliando contestualmente l’outlook per il secondo trimestre da +0,4% a +0,3%. Alleva ha parlato di aspettative di crescita favorevoli.
“A settembre l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha registrato un incremento significativo, trainato dalla componente macroeconomica dell’indice, mentre più contenuti sono stati i miglioramenti registrati nei giudizi sulla situazione corrente e futura”.
I segnali di miglioramento dell’economia italiana sono confermati anche “dall’indicatore anticipatore che mantiene a settembre un’intonazione positva più accentuata di quella dei mesi precedenti confermando il rafforzamento delle prospettive di crescita a breve”.