Notizie Notizie Italia Debito pubblico: nuovo record, a giugno raggiunge i 2.168,4 miliardi

Debito pubblico: nuovo record, a giugno raggiunge i 2.168,4 miliardi

13 Agosto 2014 09:22

Ancora un nuovo record per il debito pubblico italiano. A giugno il debito delle Amministrazioni pubbliche è salito di 2,1 miliardi di euro, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.168,4 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino statistico, spiegando che l’incremento di 13 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine giugno a 105,3 miliardi; 76,3 a giugno 2013), ha più che compensato l’avanzo di 10,3 miliardi delle Amministrazioni pubbliche. L’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all’inflazione (Btpi) hanno contenuto l’incremento del debito per 0,6 miliardi. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 5,6 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 3,6 miliardi e il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.

Nei primi sei mesi il debito pubblico è aumentato di 99,1 miliardi, riflettendo il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (36,2 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (67,6 miliardi). L’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e gli effetti della rivalutazione dei Btpi hanno contenuto l’incremento del debito per 4,8 miliardi. Sul fabbisogno del primo semestre ha inciso per 4,3 miliardi il sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro. Nel complesso, la quota di competenza italiana del sostegno finanziario ai paesi dell’area era pari alla fine dello scorso giugno a 59,9 miliardi.

Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in giugno a 42,7 miliardi, in diminuzione del 7,7 per cento (3,5 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2013 mentre nei primi sei mesi dell’anno le entrate sono diminuite dello 0,7 per cento (1,3 miliardi). “Tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi – vuole precisare Via Nazionale – la riduzione delle entrate tributarie sarebbe stata più pronunciata”.