David Woo lancia alert shock VAR: ‘Mercati non hanno ancora prezzato la guerra’. Rischio panico come in taper tantrum
David Woo*, l’investitore contrarian di Wall Street noto per aver previsto la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 2016, ritiene che i mercati non abbiano ancora prezzato il rischio di una guerra prolungata tra la Russia di Vladimir Putin e l’ Ucraina. Guerra che, a suo avviso, non è altro che “l’abito di prova dell’inizio della Seconda Guerra Fredda”.
L’analista – che è stato anche ospite del Forum Ambrosetti– teme soprattutto il rischio di uno shock VAR ovvero di uno shock value at risk.
Ovvero?
In tempi di guerra David Woo lancia alert su shock VAR
Così come si legge nel sito di Borsa italiana, “il value at risk (VaR) è un indicatore di rischio utilizzabile nelle decisioni finanziarie. Esso esprime la perdita massima probabile (a un certo livello di confidenza statistica) in un determinato orizzonte temporale. Per determinare il value at risk (VaR) occorre conoscere: il valore della posizione, la variabilità dei fattori di rischio che sottostanno alla posizione e le loro correlazioni, la forma della loro distribuzione di probabilità, l’intervallo di confidenza desiderato, l’orizzonte temporale sul quale effettuare la valutazione”.
Un VAR shock, secondo Woo, provocherebbe un ciclo di forti vendite su diversi asset finanziari, con la stessa intensità di quanto avvenne durante il “taper tantrum” che colpì i Treasuries Usa nel 2013.
La frase “taper tantrum” si riferisce al balzo, avvenuto nel 2013, dei tassi sui Treasuries Usa, provocato dall’annuncio sulla possibilità di lanciare il tapering del piano di Quantitative easing lanciato negli anni precedenti dalla Fed.
Quell’annuncio, con cui la Fed comunicò l’intenzione di ridurre gli acquisti dei titoli di stato Usa, – dunque di ritirare parte della liquidità assicurata ai mercati con il QE – scatenò una forte impennata dei tassi.
Era l’epoca in cui numero uno della banca centrale americana era Ben Bernanke che, tra l’altro, non aveva indicato in quell’occasione neanche una data in cui avrebbe concretizzato il tapering, parlando solo della possibilità che la Fed agisse in tal senso.
Shock VAR, Woo: azioni prezzate in modo davvero errato
Ora, il macro strategist teme che i mercati possano finire con il reagire alla guerra così come accadde in quei giorni di panico:
“I fondi che adottano la strategia del risk parity siedono su trilioni di dollari di asset – ha detto l’ex responsabile della divisione Global Rates, Foreign Exchange and Emerging Market Fixed Income Strategy & Economics Research, di Bank of America, che ha lanciato di recente un proprio forum di ricerca macro – Con le azioni e i bond che scenderanno, (i fondi) assisteranno a un forte balzo del VAR, che li costringerà a capitolare e a liquidare” gli investimenti.
Woo ritiene a tal proposito che le azioni siano “prezzate in modo seriamente errato” e che il costo dei derivati per trarre profitto dalla volatilità sia destinato a diventare “esorbitante”.
“Troppe persone credono che le azioni Usa siano un porto sicuro – ha detto l’esperto, che vanta tra le sue esperienze anche posizioni presso il colosso bancario britannico Barclays e il Fondo Monetario Internazionale, nel corso di una intervista rilasciata a Bloomberg – Ma il prossimo grande cambiamento di portafoglio sarà uscire dall’azionario Usa a favore del cash”.
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D’altronde gli asset rifugio non sono molti.
Tra questi, i titoli di stato cinesi, che per Woo sono tra quei pochi asset dei mercati obbligazionari appetibili, visto che la minaccia dell’inflazione è poco presente in Cina ed è inoltre probabile che la banca centrale People’s Bank of China finisca per allentare la propria politica monetaria, in caso di bisogno.
D’altro canto, con le divisioni tra gli Stati Uniti e i loro alleati da un lato, e la Cina e la Russia dall’altro, che secondo Woo si faranno sempre più profonde, titoli tecnologici come Apple e Alphabet perderanno alcuni importanti mercati in cui esportano i loro prodotti, affrontando al contempo anche diverse sfide nelle catene di approviggionamento.
In un momento in cui si torna a parlare di de-dollarizzazione, il guru della finanza indica infine che, ovviamente, uno scenario di guerra fredda in cui gli Stati Uniti perdessero la leadership nel settore dell’innovazione tecnologica avrebbe implicazioni anche sul potere del dollaro nel sistema finanziario globale.
*Nel 2013 Business Insider definì Woo tra le 12 menti più smart di Wall Street.