Da Parigi 10,5 mld alle banche, rally di Borsa per i maggiori istituti del Paese
Banche francesi in volata sulla Borsa di Parigi dopo la decisione del governo transalpino di intervenire a sostegno del sistema bancario con un’iniezione di capitali per complessivi 10,5 miliardi di euro.
Alla riapertura delle Borse, spuntano così segni più anche a due cifre percentuali per i titoli dei più importanti istituti del Paese. E’ il caso di Société Générale (+10% a 48,31 euro), ma mostrano decisi rialzi anche Bnp Paribas (+6,3% a 58,46 euro) e il Credit Agricole (+9,7% a 11,46 euro).
Gli investimenti pubblici verranno effettuati entro fine anno e riguarderanno le sei maggiori banche del Paese. Tre miliardi di euro andranno al Credit Agricole, 2,55 a Bnp, altri 1,8 a SocGen, 1,2 al Credit Mutuel, 1,1 alla Caisse d’Epargne e 950 milioni alla Banque Populaire.
Chiare le finalità preventive dell’intervento. Il ministro dell’Economia, Christine Lagarde, ha detto che l’intervento si è reso necessario per consentire al sistema bancario di garantire l’efficiente afflusso del credito verso famiglie e piccole imprese. Ancora meno ambigue le parole del governatore della Banca di Francia, Christan Noyer, per il quale gli istituti francesi non sono comunque sottocapitalizzati.
Tecnicamente l’operazione si svolgerà tramite l’emissione di titoli di debito subordinati sottoscritti dallo Stato. L’iniezione di capitali pare dunque non destinata a mutare gli attuali assetti interni agli istituti, dato che i titoli non daranno diritto di voto. Per accedere al piano gli istituti dovranno comunque aderire a principi in termini di etica e di remunerazioni. Potrebbero a questo proposito essere previste condizioni simili a quelle dettate dal governo tedesco a banche e assicurazioni per accedere al pacchetto anti-crisi: niente bonus, niente dividendi e stipendio dei manager inferiore al mezzo milione di euro.
L’intervento del governo di Parigi arriva a pochi giorni dallo scoppio di un caso di maxi-perdite presso il gruppo Caisse d’Epargne, che settimana scorsa ha denunciato una perdita su trading in derivati azionari di 600 milioni di euro nei cinque giorni più neri per le Borse mondiali, quelli compresi tra il 6 e il 10 ottobre.