Da Leonteq il nuovo certificato Target-One Autocallable sul paniere di titoli energetici
Dopo un gennaio all’insegna delle vendite, le prime sedute di febbraio 2022 hanno mostrato una certa positività sui principali indici di Borsa a livello globale. Tuttavia, sui mercati continuano a pesare le tensioni in Ucraina e le scelte di politica monetaria sempre meno accomodanti annunciate dalle principali banche centrali.
In tale contesto Leonteq, che da inizio mese è membro di ACEPI, l’Associazione Italiana Certificati e Prodotti d’investimento, ha deciso di mettere a disposizione su EuroTLX di Borsa Italiana il nuovo certificato di tipo Target-One Autocallable con sottostanti EDF, Enel ed Engie. La caratteristica principale di questo prodotto è la presenza del Target Level (nel caso del certificato in oggetto fissato al 100%). Ciò implica che affinché si verifichi l’evento barriera non è sufficiente che il peggiore sottostante sia a un livello pari o inferiore al livello barriera, ma anche che nessun sottostante sia a un livello superiore al Livello Target.
Il certificato Target-One Autocallable con ISIN CH1158655790 ha un prezzo di emissione di 1.000 euro per strumento, scadenza a tre anni (17 gennaio 2025), cedola condizionata mensile dello 0,6% (pari ad un massimo annuo del 7,2%) e barriera capitale al 60%. Quest’ultimo elemento, sommato al fatto che la barriera è europea, quindi con valutazione del valore dei sottostanti ai fini della restituzione del capitale solo a scadenza, ne fa un prodotto pensato per affrontare anche le fasi di debolezza del mercato che potrebbero verificarsi sia nel breve che nel medio periodo.
Il funzionamento del certificato Target-One Autocallable
Ogni mese, a partire dal 14 febbraio 2022, il certificato pagherà una cedola dello 0,6% (6 euro per strumento) a condizione che il prezzo di chiusura ufficiale di tutti i sottostanti (EDF, Enel ed Engie) sia al di sopra del livello di attivazione della cedola (in questo caso uguale al livello barriera, pari al 60% del livello di fixing iniziale). Non solo, la cedola gode anche dell’effetto memoria. Questo significa che una cedola non pagata non è definitivamente perduta ma portata in memoria: nelle successive date di osservazione, qualora si verifichino le condizioni che danno diritto al pagamento, le cedole non pagate in precedenza verrebbero distribuite insieme a quella di pertinenza di detta data di osservazione.
Il prodotto offre agli investitori un altro vantaggio: l’autocallability. In pratica, dopo i primi sei mesi il certificato potrebbe già rimborsare anticipatamente l’intero capitale nominale (1.000 euro per strumento) nel caso in cui tutti i sottostanti siano sopra al livello di richiamo anticipato. Per esempio, se al 13 luglio 2022 (prima data di osservazione autocall) il prezzo di chiusura ufficiale di ciascun sottostante sarà al di sopra del livello di fixing iniziale (livello di autocall trigger=100% del livello di fixing iniziale), allora il certificato verrà rimborsato, pagando il valore nominale più le cedole dovute. Tale sistema viene incontro all’investitore, incrementando le probabilità di restituzione del capitale nominale.
Infine, a scadenza (17 gennaio 2025), le possibilità sono due: se l’evento barriera non si verifica, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale (1.000 euro a certificato), più la cedola di pertinenza del periodo (ed eventualmente altre portate in memoria). Se l’evento barriera si verifica, l’investitore riceverà un rimborso uguale al capitale nominale decurtato della performance del sottostante con la peggior performance rispetto al livello di fixing iniziale. Nel dettaglio, l’evento barriera si considera verificato se, alla data di fixing finale, il prezzo di chiusura di almeno uno dei sottostanti è pari o inferiore al rispettivo livello barriera (60% del livello di fixing iniziale) e il livello di chiusura di tutti i sottostanti è al di sotto (o al pari) del rispettivo livello target (100% del livello di fixing iniziale). Quindi, affinché non si verifichi l’evento barriera è sufficiente che alla scadenza almeno uno dei sottostanti chiuda al di sopra del rispettivo livello target.
EDF, Enel ed Engie accelerano il passo verso le rinnovabili
La rapida ripartenza dell’economia, insieme ad un inverno freddo e ad una estate calda, ha fatto aumentare la richiesta globale di energia del 6% innescando una crisi energetica ormai globale e un aumento delle emissioni. Malgrado la crescita robusta del 6% dell’elettricità proveniente dalle rinnovabili, nel 2021 il mix energetico è ancora composto per circa il 70% da combustibili fossili.
Questa situazione ci mostra quanto il settore energetico debba ancora cambiare per poter contribuire al processo di decarbonizzazione e rispettare gli obietti climatici del 2050. Secondo gli analisti di Barclays gli alti prezzi dell’energia non hanno ancora fatto sentire il loro effetto benefico sugli utili delle società energetiche e da qui l’attesa per prospettive migliori nei prossimi anni. In tale scenario, potrebbero avere la meglio i cosiddetti operatori “integrati” come Enel, Engie e EDF, che possono beneficiare degli alti prezzi dell’energia ma anche sfruttare le potenzialità offerte dal rinnovabile.
Enel ha tutte le caratteristiche per svolgere un ruolo da protagonista nella transizione green in Italia e non solo. L’obiettivo della seconda più grande utility al mondo per capitalizzazione è quello di abbandonare la generazione di energia dal carbone entro il 2027 mentre quella a gas entro il 2040; questo grazie a 170 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni.
Anche la multinazionale francese Engie è in prima linea nella lotta alla transizione energetica e nel più ampio contesto del green deal europeo. La società, con una capitalizzazione di 34 miliardi di euro, vuole essere carbon neutral entro il 2045 attraverso la produzione di energia da fonti rinnovabili. Al momento le sole energie rinnovabili non riescono a coprire l’intero fabbisogno energetico del pianeta ed è per questo motivo che molti Paesi ricorrono ancora al nucleare.
Questo tipo di energia è aumentata del 3% nel 2021 e in Francia il settore è strettamente legato alla compagnia EDF, che è il maggior produttore di energia nucleare del Paese ed è all’80% di proprietà dello stato. Di recente il ministro dell’ambiente francese ha annunciato che per il 2037 entreranno in funzione nuove centrali nucleari dotate di tecnologie più efficienti e meno inquinanti. EDF ha già presentato una proposta da 50 miliardi di euro per la costruzione di sei impianti all’avanguardia.
Per tutti i dettagli del certificato Target-One Autocallable su EDF, Enel ed Engie visita il link.