Da Leonteq arriva un bis di certificati strutturati sulle blue chip di Piazza Affari con potenziali rendimenti annui del 15% e del 18%
I mercati sono entrati nel quarto trimestre di un 2022 decisamente difficile. I fattori in gioco sono sempre gli stessi dall’inizio dell’anno: il delicato contesto geopolitico, l’inflazione galoppante, l’atteggiamento sempre meno accomodante delle banche centrali, il rallentamento del ciclo economico e il costo dell’energia alle stelle. Di conseguenza è opportuno adottare un approccio prudente nella strategia di investimento. Per questo motivo, Leonteq (membro di ACEPI, l’Associazione Italiana Certificati e Prodotti d’investimento) ha lanciato sul mercato due nuovi certificati: un Phoenix Autocallable (ISIN CH1216489489) e un Softcallable (ISIN CH1216489471) aventi entrambi come sottostante un paniere azionario formato da Generali, Enel e Intesa Sanpaolo. L’elemento fondamentale è la struttura dei certificati che permette all’investitore grande flessibilità e resilienza per affrontare l’imprevedibile congiuntura di mercato anche in caso di fasi di ribasso che potrebbero verificarsi sia nel breve che nel medio periodo.
Entrambi i certificati, già disponibili su EuroTLX di Borsa Italiana, hanno un valore nominale di 1.000 euro, durata di 3 anni e barriera profonda al 50%. Quest’ultimo elemento, sommato al fatto che la barriera è di tipo europeo, quindi con valutazione ai fini della restituzione del capitale solo a scadenza, ne fa un prodotto pensato per affrontare la volatilità che colpisce i portafogli fin qui vista sui mercati. Per quanto riguarda i rendimenti, questi prodotti vanno incontro alle esigenze degli investitori alla ricerca di payoff interessanti soprattutto nell’ultima parte dell’anno e con l’avvicinarsi della scadenza delle minusvalenze. I due certificati offrono infatti premi potenziali con effetto memoria a cadenza mensile, pari ad un rendimento annuo del 15% e del 18% (a seconda dello strumento), prendendo posizione sulle tre blue chip italiane più attive nei settori assicurativo, energetico e bancario.
Come funzionano i due certificati
Ogni mese, a partire dalla prima data di osservazione del 10 novembre 2022, il certificato Phoenix Autocallable pagherà una cedola dell’1,25% (12,50 euro per strumento e pari al 15% annuo) a condizione che il prezzo di chiusura ufficiale di tutti i sottostanti (Generali, Enel e Intesa Sanpaolo) sia al di sopra del livello di attivazione della cedola (in questo caso uguale al livello barriera, pari al 50% del livello di fixing iniziale). Non solo, la cedola gode anche dell’effetto memoria. Questo significa che una cedola non pagata non è definitivamente perduta ma portata in memoria: nelle successive date di osservazione, qualora si verifichino le condizioni che danno diritto al pagamento, le cedole non pagate in precedenza verrebbero distribuite insieme a quella di pertinenza di detta data di osservazione. Per il certificato Softcallable le cedole mensili sono dell’1,5% (15 euro per strumento e pari al 18% annuo) con le condizioni di attivazione che sono le medesime del prodotto precedente.
Entrambi i certificati offrono agli investitori il vantaggio dell’autocallability che però ha due modalità differenti. Il Phoenix Autocallable permette, a partire dal 10 febbraio 2023, il pagamento anticipato del valore nominale (1.000 euro per strumento) più gli eventuali premi dovuti nel caso in cui tutti i sottostanti siano sopra al livello di richiamo anticipato fissato al 100% del livello di fixing iniziale alla prima osservazione e discendente nel tempo (il livello trigger per l’autocall scende del 5% ogni nove mesi fino al 90%). Diverso il meccanismo di autocall per il Softcallable. In pratica, ad ogni data di osservazione softcall, Leonteq ha il diritto, ma non l’obbligo, di richiamare il certificato a sua discrezione. Nel caso in cui l’emittente eserciti tale diritto l’investitore riceve il 100% del valore nominale più le eventuali cedole dovute.
Infine, a scadenza (10 ottobre 2025), si profilano due diversi scenari per entrambi i certificati. Se l’evento barriera non si verifica, ovvero se il livello di fixing finale di tutti i sottostanti è superiore al rispettivo livello barriera (50% del livello di fixing iniziale), l’investitore riceverà il 100% del valore nominale più la cedola di pertinenza del periodo (ed eventualmente le altre portate in memoria). Altrimenti, se l’evento barriera si verifica, l’investitore riceverà un rimborso uguale al valore nominale decurtato della performance del sottostante con la peggior performance rispetto al livello di fixing iniziale.
Upside importante per i titoli che compongono il paniere
Il consensus sui tre titoli del paniere raccolto da Bloomberg, che riportiamo nella tabella qui sopra, è positivo. La quasi totalità degli analisti consigliano l’acquisto (buy) su Enel e Intesa Sanpaolo con una piccola minoranza che suggerisce di vendere (sell). Su Generali la maggior parte degli analisti consiglia di mantenere la azioni in portafoglio (hold), ma anche qui i giudizi buy superano i sell. Inoltre, il target price medio indica che attualmente questi titoli appaiono sotto-prezzati, soprattutto Enel che si trova sui minimi di febbraio 2017, e dai quali gli analisti si aspettano upside importanti. Questo rende questi sottostanti idonei a strategie con i certificati d’investimento, ovvero per chi ha una visione laterale o moderatamente rialzista nel medio e lungo termine.
Per tutti i dettagli del certificato Phoenix Autocallable su Generali, Enel e Intesa Sanpaolo visita il link.
Per tutti i dettagli del certificato Softcallable su Generali, Enel e Intesa Sanpaolo visita il link.