Da Deutsche Bank due obbligazioni callable a tasso misto in euro e dollari

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In uno scenario di tassi che si prospetta in discesa, le obbligazioni continuano ad essere un’opzione di investimento interessante per gli investitori alla ricerca di soluzioni che possano garantire una protezione del capitale e un contestuale rendimento, per fronteggiare livelli di inflazione che continuano a essere elevati. Il contesto di mercato infatti continua ad essere incerto e l’obbligazionario offre una maggiore stabilità dato che storicamente è caratterizzato da una volatilità più contenuta rispetto all’azionario.
In questo contesto, Deutsche Bank ha annunciato l’emissione, sul mercato Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana, di due nuove obbligazioni rivolte al mercato retail con un tasso fisso il primo anno e variabile inverso gli anni successivi. La prima obbligazione è denominata in euro mentre la seconda è una denominata in dollari statunitensi, offrendo un’opportunità di diversificazione valutaria. La durata massima è di dieci anni con la possibilità di richiamo anticipato a discrezione dell’emittente (callable) ogni anno già dal termine del primo anno.
Nuovo bond in euro, caratteristiche e scenari
La prima obbligazione di Deutsche Bank (ISIN XS2990296464), quotata su Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana, è quella in euro e ha un tasso fisso lordo pari al 5,75% per il primo anno. Successivamente, dal secondo fino al decimo anno, il tasso lordo è pari alla differenza tra 5,75% e il tasso di riferimento Euribor 3 mesi, osservato 3 giorni prima della data di pagamento delle cedole. In pratica, questa obbligazione ha un taglio minimo di 1.000 euro e presenta la peculiarità di corrispondere una cedola con cadenza annuale in base al seguente schema:
- Anno 1: 5,75%
- Anni 2-10: 5,75% meno Euribor 3 mesi (minimo 0% e massimo 5,75%)
Facciamo un esempio pratico per comprendere il funzionamento della cedola variabile. Con un Euribor a 3 mesi stabile al 2,53% (dato al 25 febbraio 2025), la cedola dal secondo anno sarebbe pari al 3,22% (5,75% – 2,53%). Se invece l’Euribor scendesse all’1,50%, la cedola aumenterebbe al 4,25%. In caso di aumento dell’Euribor al 4% (il massimo valore raggiunto negli ultimi dieci anni), il rendimento della cedola si ridurrebbe all’1,75%. Questo significa che se l’Euribor rimane basso o negativo, il rendimento può restare vicino al massimo previsto (5,75%), mentre in caso di aumento dei tassi la cedola si riduce, con un minimo fissato a zero (0%). Si tratta di un meccanismo che premia quindi gli investitori in un contesto di tassi di interesse in calo, ma penalizza in uno scenario di rialzo del costo del denaro da parte della BCE.
Questa emissione è caratterizzata anche dall’opzione “Callable”. A partire dal secondo anno e con cadenza annuale, l’emittente (Deutsche Bank) ha la possibilità di rimborsare anticipatamente l’obbligazione, corrispondendo agli investitori un importo di rimborso pari al 100% del valore nominale (1.000 euro) maggiorato della cedola annua relativa all’anno di rimborso anticipato. In caso, invece, di mancato esercizio dell’opzione di richiamo anticipato da parte dell’emittente durante la vita dell’obbligazione, alla data di scadenza (6 marzo 2035) l’obbligazione corrisponderà un importo pari al 100% del valore nominale (1.000 euro) maggiorato della cedola annua relativa all’ultimo anno.
Nuovo bond in dollari, caratteristiche e scenari
Contestualmente, Deutsche Bank ha lanciato su Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana un’obbligazione in dollari USA (ISIN XS2990296381), speculare a quella denominata in euro per meccanismo e scadenza, ma con un taglio minimo di 2.000 dollari. Per il primo anno il tasso fisso è pari in questo caso al 9,25% lordo, mentre dal secondo fino al decimo anno il tasso è pari alla differenza tra 9,25% e il tasso di riferimento SOFR, calcolato giornalmente durante il periodo tra due date di pagamento delle cedole consecutive, in base al seguente schema:
- Anno 1: 9,25%
- Anni 2-10: 9,25% meno tasso SOFR (minimo 0% e massimo 9,25%)
Ad esempio, se il SOFR rimanesse invariato al livello attuale del 5,24% (dato al 24 febbraio 2025), la cedola ammonterebbe al 4,01%. In uno scenario di riduzione del tasso SOFR, la cedola aumenterebbe, fino a raggiungere il massimo del 9,25% se il SOFR fosse pari a zero. Al contrario, se il tasso SOFR dovesse aumentare oltre il livello attuale, la cedola si ridurrebbe progressivamente fino ad azzerarsi nel caso in cui il SOFR raggiungesse o superasse il 9,25%. Negli ultimi cinque anni il tasso SOFR ha raggiunto un massimo del 5,60%, calcolato giornalmente su base annua. La cedola risulterebbe dunque più elevata in uno scenario di politica monetaria espansiva da parte della Fed, mentre si ridurrebbe nel caso di politica restrittiva della banca centrale USA.
Anche questo bond presenta l’opzione “Callable”. Ogni anno, a partire dal 6 marzo 2026, l’emittente ha la possibilità di rimborsare anticipatamente l’obbligazione, corrispondendo agli investitori un importo di rimborso pari al 100% del valore nominale (2.000 dollari) maggiorato della cedola annua relativa all’anno di rimborso anticipato. In caso, invece, di mancato esercizio dell’opzione di richiamo anticipato da parte dell’emittente, alla data di scadenza (6 marzo 2035) l’obbligazione corrisponderà un importo pari al 100% del valore nominale (2.000 dollari) maggiorato della cedola annua relativa all’ultimo anno.
I punti di forza delle nuove obbligazioni
I principali benefici di questi due prodotti si possono riassumere in questi punti:
- Innanzitutto, la protezione totale del capitale nella valuta di denominazione (euro o dollaro), in quanto l’obbligazione dà diritto ad un importo di rimborso pari almeno al 100% del valore nominale alla data di scadenza anticipata (a discrezione dell’emittente) oppure alla naturale scadenza (6 marzo 2035).
- Il tasso fisso (5,75% annuo lordo in euro e 9,25% annuo lordo in dollari) garantisce un rendimento interessante alla fine del primo anno, mentre le cedole variabili permettono di cogliere eventuali modifiche della politica monetaria delle banche centrali (BCE e Fed) durante il periodo di investimento. La tassazione prevista per le cedole è del 26%.
- La solidità finanziaria dell’emittente Deutsche Bank, a cui sono stati assegnati rating Investment Grade da parte di Moody’s, S&P e Fitch. In particolare, le tre agenzie hanno attribuito giudizi rispettivamente pari ad A1, A e A, a conferma di un rischio di insolvenza ad oggi remoto.
- Un altro punto di forza riguarda la liquidità infra-giornaliera, un aspetto cruciale per chi desidera avere maggiore flessibilità nella gestione del proprio portafoglio. Deutsche Bank, in qualità di soggetto incaricato della gestione del mercato secondario delle obbligazioni su EuroTLX, fornisce prezzi intraday di acquisto e vendita delle obbligazioni a partire dalla relativa data di ammissione alle negoziazioni.
I potenziali rischi legati all’investimento
I principali rischi sono quelli consueti per uno strumento di questo tipo:
- Innanzitutto, la protezione totale del capitale è valida solo nella valuta di denominazione (euro o dollaro) e se le obbligazioni vengono detenute fino a scadenza, sia essa la scadenza originaria o anticipata a discrezione dell’emittente. Esiste pertanto un rischio di potenziale perdita uscendo prima dall’investimento.
- Per quanto riguarda l’obbligazione in dollari, se l’investitore vuole convertire i flussi in euro (ovvero in altra valuta diversa dal dollaro USA) sarà esposto alle variazioni del tasso di cambio tra l’euro (o altra valuta) e il dollaro. In particolare, l’esercizio dell’opzione di rimborso anticipato a discrezione dell’emittente può comportare una perdita di capitale se l’importo di rimborso viene convertito dall’investitore in una valuta diversa dal dollaro in un contesto nel quale il dollaro si è deprezzato.
- Teniamo presente, inoltre, che durante la sua vita il valore di mercato delle obbligazioni può essere diverso dal valore nominale. L’investitore potrà quindi comprare le obbligazioni a prezzi inferiori o superiori al valore nominale, il cui pagamento è garantito solo alla data di rimborso.
- Da ricordare, infine, che questi bond non proteggono direttamente contro eventuali aumenti dell’inflazione.
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