CreVal: hedge fund Petrus rimarca no all’Opa di Credit Agricole. Per il fondo inglese il prezzo giusto è questo
Mentre l’Opa di Credit Agricole Italia va avanti, gli azionisti di CreVal continuano a rimarcare come il prezzo non sia giusto. Nelle ultime ore è arrivato l’appunto del fondo Petrus Advisers, azionista di Credito Valtellinese con una partecipazione pari al 3,015% del capitale. L’hedge fund inglese ha ribadito la propria posizione, ovvero il proprio no al prezzo dell’Opa lanciata da Credit Agricole Italia. A suo avviso, quel 10,50 euro per azione offerto dalla Banque Verte non valorizzerebbe in modo adeguato CreVal né in ottica M&A né in quella stand-alone. Petrus fa parte di quegli hedge fund azionisti della banca che hanno già formato un muro anti-Opa. Muro anti-Opa che non dovrebbe essere assolutamente sottovalutato, visto che, insieme,detengono una partecipazione nella banca valtellinese superiore al 20%. Il titolo CreVal oggi è sotto pressione ma, anche nei minimi intraday a 12,21 euro, rimane ben più alto dei 10,5 euro offerti.
Ma quanto varrebbe CreVal secondo Petrus? Stando a quanto riporta Mf-Milano Finanza, secondo l’hedge fund la banca varrebbe almeno 12,95 euro. Tra l’altro il fondo si è scagliato anche contro la proposta di Credit Agricole Italia di rinviare il rinnovo del consiglio di amministrazione di Creval, affermando che un rinvio potrebbe andare a detrimento sia per l’istituto che per i suoi azionisti: “un mero tentativo di proteggere il proprio downside nel caso in cui il fallimento dell’Opa fosse ufficiale”.
Da segnalare che, lo scorso 10 marzo, a dire no all’Opa rivendicando un prezzo anche più alto di quello auspicato da Petrus, è stato Alta Global, uno dei maggiori azionisti del Credito Valtellinese con una quota di oltre il 5%. “Al prezzo di offerta attuale, Alta Global non aderirà all’offerta”, ha detto a Bloomberg News il fondatore e ceo della società di investimento precedentemente chiamata Altera Capital.
“In questa fase, non riflette il valore equo di Creval”, ha aggiunto il ceo Viatcheslav Pivovarov, sottolineando che un prezzo giusto sarebbe quello compreso tra 15 euro e 22 euro considerando che. in caso di insuccesso dell’Opa, il titolo Creval non soffrirebbe nessun crash, anche tenendo in mente che l’intero settore bancario è cresciuto del 30% da novembre (data in cui Credit Agricole ha annunciato l’Opa).
Quella del prezzo è una questione che sta facendo schizzare alle stelle la tensione tra le due banche. Lo stesso cda della banca lo ha definito “non congruo”. Il Comunicato dell’Emittente approvato dal cda ha sottolineato inoltre, anche, che “la fairness opinion degli advisor finanziari del Credito Valtellinese identifica un prezzo minimo di valorizzazione di 12,95 euro rispetto ai 10,5 euro per azione offerti dal Credit Agricole nell’ambito dell’Opa. Nel dettaglio la forchetta di valore di valorizzazione delle azioni espressa da Bofa Securities e Mediobanca va da un minimo di 12,95 euro a un massimo di 22,7 euro, a seconda delle tipologie delle diverse metodologie prese in considerazione”. Non solo: il cda di CreVal ha anche parlato dell’importanza dell’effetto Draghi:
“Ol premio del 21,4% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni al 20 novembre 2020 (giorno di borsa aperta precedente la data di annuncio), così come gli altri premi dichiarati rispetto alle varie medie dei prezzi di mercato di Creval illustrate nel Documento di Offerta, ha una limitata valenza informativa per i seguenti motivil’annuncio dell’offerta è avvenuto in un periodo in cui il titolo Creval stava attraversando un percorso di progressivo apprezzamento; i vari periodi temporali utilizzati dall’Agricole nel Documento di Offerta per esprimere il premio implicito hanno limitata significatività in quanto risultavano fortemente influenzati dall’impatto della diffusione della pandemia da Covid-19, incluse le relative fasi maggiormente acute, oppure, nel periodo precedente, non riflettevano ancora il progressivo apprezzamento da parte del mercato dell’implementazione delle iniziative strategiche previste dal piano industriale; il titolo Creval su base stand-alone avrebbe potuto beneficiare del trend positivo registrato dal settore bancario in generale nel periodo successivo alla promozione dell’Opa, in particolare a seguito dell’annuncio del Governo Draghi”.
Ma Credit Agricole ha ribattuto spiegando che “i risultati delle valutazioni effettuate dagli advisor finanziari divergono sostanzialmente” e che “la mancanza di informazioni non rende possibile la comprensione e la valutazione delle motivazioni alla base della divergenza”. In più, secondo la Banque Verte il cda di CreVal “non ha confrontato il premio riconosciuto con quanto pagato mediamente in altre operazioni di mercato similari né ‘tenuto in considerazione’ l’andamento delle azioni in Borsa che nel 2020 hanno registrato +19,9% fino al giorno precedente l’annuncio dell’opa grazie al ‘significativo M&A upside’.
Intanto, in data 1° aprile 1 aprile 2021 Borsa Italiana ha comunicato che sono state presentate 8 richieste di adesioni, che portano complessivamente a 772 richieste di adesioni, per un valore pari allo 0,00113% dell’offerta. Iniziata il 30 marzo scorso, l’Opa andrà avanti fino al 21 aprile prossimo. A vantaggio dei francesi, c’è la decisione del fondo Algebris di Davide Serra di vendere la partecipazione che detiene in Creval, pari al 5,3%, a Credit Agricole, per un valore prezzo dell’opa, il quinto giorno di mercato aperto successivo alla data ultima del periodo di adesione, anche se l’Opa dovesse fallire. Da segnalare che Banque Verte detiene il 17,7% del capitale di CreVal, inclusa la quota di Algebris, e può salire fino al 20%