Crescita record per la Germania. Il 2010 si chiude con un balzo del 3,6% del pil
La locomotiva d’Europa corre a ritmo record chiudendo il 2010 con il maggiore tasso di crescita dalla riunificazione. L’Ufficio Federale di Statistica tedesco ha reso noto oggi che la crescita nel 2010 si è attestata al 3,6 per cento dopo il pesante -4,7% del 2009. Il 15 febbraio saranno diffusi i risultati relativi al quarto trimestre e quelli rivisti dell’intero 2010. Il dato si colloca in linea con le attese del mercato. A sospingere l’economia teutonica la forte ripresa delle esportazioni che ha inoltre contribuito a stimolare i consumi interni e il mercato del lavoro. Per quest’anno è previsto il ritorno del pil tedesco ai livelli pre-crisi.
Spicca l’avanzata a doppia cifra dell’export (+14,2%) con un progresso del 9,4 per cento degli investimenti. A trainare la crescita del pil è stata la domanda interna con un contributo del 2,5 per cento alla crescita. I consumi privati sono saliti dello 0,5%. In ripresa anche il mercato del lavoro con l’aumento del numero degli occupati di 212 mila unità (+0,5%) nel corso del 2010. Infine i conti pubblici vedono il rapporto deficit/pil attestarsi al 3,5 per cento, di poco sopra la soglia del 3%.
Il governo di Berlino aveva una stima di crescita pari al 3,4%. Per quest’anno invece le attese sono di un +1,8%. La Bundesbank vede invece una crescita del 2% quest’anno e dell’1,5% nel 2012, previsioni riviste al rialzo dello 0,1 per cento lo scorso mese. A dicembre l’indice Ifo sul clima degli affari ha toccato un nuovo record storico a quota 109,9 punti.
Nel 2010 il Dax, indice guida della Borsa di Francoforte, è stato il migliore tra i listini europei con un balzo annuo del 16%. Negli ultimi 12 mesi il Dax ha sovraperformato anche rispetto all’Msci World con un +15% rispetto al +6,5% circa dell’indice sull’azionario globale. L’outlook 2011 di DWS Investments riporta una visione positiva sulle azioni tedesche con la possibilità che il DAX raggiunga gli 8.000 punti (il 14% circa sopra i livelli attuali), nonostante alcuni ostacoli all’orizzonte: “Col passare del tempo, mi aspetto di vedere alcune correzioni degli eccessi azionari, così che l’indice possa chiudere il 2011 a livelli compresi tra i 7.500 e i 7.600 punti” sottolinea Asoka Wöhrmann, Chief Investments Officer di DWS.