Notizie Notizie Mondo Cosa cambia con il fallimento di Lehman: dal taglio Fed agli Etf

Cosa cambia con il fallimento di Lehman: dal taglio Fed agli Etf

16 Settembre 2008 08:54

Una strattonata a una catena. E’ questo l’effetto del fallimento di Lehman Brothers sui mercati finanziari. Ogni anello continua a vibrare, in una filiera che lega conseguenze macro e microeconomiche.


Difficile riuscire anche solo a elencare la serie di conseguenze che discendono dal crack di una delle maggiori controparti in derivati a cui negli anni si sono rivolte banche e assicurazioni, e ancora è  altrettanto difficile valutare quale possa essere la ricaduta del crollo di quello che era uno dei maggiori emittenti di bond. Non è un caso che ancora non si conosca esattamente l’esposizione precisa delle banche nei confronti del sistema Lehman, e questo nonostante i maggiori istituti si siano limitati a parlare di “esposizione gestibile”. Gli impatti sulle banche tuttavia non si limitano all’esposizione diretta, ma anche a quella dei clienti derivata indirettamente da obbligazioni o polizze con all`interno titoli od opzioni emesse da Lehman. La lista dei possibili effetti si allunga così alle polizze index linked agganciate alle obbligazioni in default fino ai cosiddetti Etf swap based.


Secondo gli analisti di Global Insight il crollo di Lehman potrebbe addirittura portare la Bce e la Bank of England a varare tagli dei tassi d’interesse prima di quanto atteso in risposta a una nuova accelerazione delle restrizioni al credito. “C’è preoccupazione circa l’esposizione delle altre banche nei confronti di Lehman Brothers – si legge in un report della società di ricerca – non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Il collasso di Lehman aumenta anche le preoccupazioni che altre banche possano fallire. Come risultato le banche diventeranno probabilmente più riluttanti a effettuare prestiti tra di loro, aumentando quindi il tischio che il credit crunch si approfondisca e possa durare per un tempo considerevole”. Il passo successivo, sempre secondo Global Insight, sarebbe un aumento dei già seri rischi alla crescita di Gran Bretagna ed Europa e l’innalzamento del pericolo di recessione. Ma il mercato crede anche a un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve già dalla riunione di questa sera, un’ipotesi alimentata da indiscrezioni che hanno preso a circolare già dal pomeriggio di ieri.


Altre conseguenze verranno dalla vendita forzata di beni immobili, mutui commerciali e asset backed securities di proprietà di Lehman, che, avvertono gli analisti di Barclays “avranno un impatto negativo sui mercati di questi assett”. Un punto sottolineato anche da Mps Capital Markets: “Il punto cruciale – spiegano in una nota – rimane soprattutto la gestione del’eventuale liquidazione degli asset a forte rischio detenuti da Lehman ed aventi come sottostanti mutui sia commerciali sia residenziali”. Nel caso di Mps C.M. però si guarda all’asticella che queste cessioni potrebbero fissare per i prezzi di tali attività. “Si tratta di un punto importante in quanto i prezzi di vendita potrebbero diventare il riferimento per titoli analoghi detenuti da altre banche comportando potenziali ulteriori svalutazioni”, chiariscono gli analisti. Proprio per lo stesso motivo però non mancano anche voci ottimistiche. In Euromobiliare ad esempio ritengono che proprio il ricorso al chapter11 consentirà a Lehman di vendere asset e smontare le posizioni in modo più ordinato. C’è però anche un altro problema evidenziato da Euromobiliare: smontare i credit default swap fatti con Lehman, che sono infatti strumenti non quotati su mercati ufficiali, ma solo over the counter.


Non ci sarebbero invece problemi per gli etf swap based quotati in Italia e costruiti dagli emittenti con contratti swap. Un operatore del settore contattato da Finanza.com ha escluso infatti motivi di preoccupazione dato che tutti gli emittenti che operano in Italia accendono gli swap presso le proprie banche d’investimento, oppure presso banche terze di elevatissimo affidamento, senza avere relazioni con Lehman Brothers. Occorre comunque ricordare che nel caso degli Etf swap based il rischio è comunque limitato al 10% del valore investito, in quanto per la normativa Ucits III l’esposizione in derivati non può essere superiore.