Corsa a ostacoli verso Telecom, Fininvest si chiama fuori
Fininvest non è, almeno per il momento, al lavoro per preparare un avvicinamento a Telecom Italia. Un progetto che, anche qualora intrapreso, si presenterebbe comunque complesso e con tutta probabilità bisognoso di tempi lunghi. Fininvest, stando a quanto si legge in un comunicato emesso nel pomeriggio non ha in corso alcun tipo di negoziazione né ha sottoscritto accordi di alcun genere riguardo agli assetti azionari di Olimpia (la holding che detiene il 18% del capitale di Telecom Italia), o sulla stessa società telefonica. Il comunicato è stato emesso su specifica richiesta Consob come conseguenza delle recenti indiscrezioni di stampa circa un interesse di Mediaset (controllata di Fininvest) a entrare nel capitale della compagnia di telecomunicazioni.
La storia delle comunicazioni societarie è tuttavia densa di cambi di direzione anche improvvisi e sono ancora recenti le manifestazioni d’interesse del numero uno di Fininvest, Fedele Confalonieri. Certamente però la marcia di avvicinamento di Mediaset verso Telecom rischia di dover attraversare un campo minato. Oltre alle consuete considerazioni in merito al conflitto di interessi, sia la legge Gasparri che il Ddl di riforma del settore radio-televisivo allo studio dal ministro delle Telecomunicazioni, Paolo Gentiloni, impedirebbero infatti qualsiasi ipotesi di ingresso del gruppo fondato da Silvio Berlusconi nella maggiore compagnia telefonica italiana. La legge Gasparri del 2004, con l’introduzione del Sic (Sistema integrato delle telecomunicazioni), impedisce a qualsiasi operatore di conseguire ricavi superiori al 20% del Sic stesso, limite posto al 10% per Telecom. Una soglia che già Mediaset da sola sfora. Il Ddl Gentiloni per parte sua punta a rimuovere il sistema del Sic, ma prevede il divieto di collegamento tra i due numeri uno italiani della telefonia e della televisione privata.
Quale allora la via praticabile? A meno di una retromarcia di Gentiloni o di modifiche al Ddl in corso d’opera, la strada che al momento è sicuramente più percorribile è quella dell’assunzione di una quota di minoranza. In particolare una partecipazione che non si discostasse eccessivamente dal 5% consentirebbe a Mediaset di entrare in Olimpia senza innescare la bomba della necessaria cessione delle reti televisive di proprietà di Telecom, La7 e Mtv Italia. Un 5% di Olimpia, equivarrebbe infatti, seguendo a cascata la catena proprietaria, a solo lo 0,9% di Telecom.
Oggi il ministro Gentiloni ha chiarito che nella vicenda Telecom sono in gioco “gli interessi del Paese, non di una parte politica’. Dichiarazioni che potrebbero essere intese come un lasciapassare a un ingresso di Fininvest/Mediaset nel capitale dell’ex monopolista telefonico nazionale.