Notizie Notizie Italia Coronavirus alimenta timori shock domanda petrolio, Opec in guardia. Occhio a Eni e settore oil

Coronavirus alimenta timori shock domanda petrolio, Opec in guardia. Occhio a Eni e settore oil

3 Febbraio 2020 14:32

Titoli oil sotto i riflettori, Eni compresa, per gli sviluppi che stanno interessando in queste ore il mercato del petrolio. I timori sul diffondersi del coronavirus a livello globale e di uno shock della domanda in Cina hanno zavorrato le quotazioni dell’oro nero, tanto che sia il WTI che il Brent hanno testato nelle ultime ore i valori minimi dal gennaio del 2019, scendendo rispettivamente a $50,42 e $55,42 al barile. Se i prezzi stanno recuperando terreno, è perchè l’Opec e i paesi non Opec starebbero pensando di intervenire sul mercato, con tagli di emergenza alla produzione, al fine di sostenere le quotazioni del petrolio.

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D’altronde, i prezzi sono crollati del 21,4% dall’inizio di gennaio, quando l’Iran, per rappresaglia per l’uccisione del leader Qassem Soleimani, ha lanciato missili contro alcune basi militari Usa dislocate in Iraq. Il coronavirus ha alimentato poi i timori sulla crescita della Cina e di conseguenza globale, zavorrando, tra le altre cose, anche i prezzi del petrolio.

“Una crisi della domanda (di petrolio) da parte della Cina sarebbe un worst case scenario per loro”, ha commentato alla Cnbc John Kilduff, socio di Again Capital, intendo per loro i paesi produttori di petrolio. Kilduff ha continuato, affermando che, se si incontreranno, l’Opec e la Russia potrebbero raggiungere un accordo a favore di tagli di emergenza alla produzione.

“C’era una speranza per l’economia, ma ora è andata via dalla finestra. La Cina è il rovescio dell’Arabia Saudita. E’ il centro della domanda, e ora il centro della domanda (di petrolio) sta per chiudere”.

Su Eni, occhio alla preview sugli utili del quarto trimestre del 2019 stilata da Equita, che ha un rating “buy” sul titolo, con un target a 16 euro. Da segnalare che il titolo ha chiuso il mese di gennaio ai minimi dal 2016. Non sono sicuramente di aiuto le indicazioni che arrivano dagli Stati Uniti, visto che, dalla stagione degli utili, è emerso che il settore energetico ha riportato finora la flessione degli utili su base annua peggiore di tutti gli 11 sottoindici di settore della Borsa Usa, pari a -42,5%,

Tornando a Eni, Equita prevede un impatto sul bilancio a causa del “calo dei prezzi degli idrocarburi” e prevede per l’anno fiscale del 2019 una riduzione dell’eps (utile per azione) pari a -18%, e un successivo ribasso del 14% nell’anno fiscale 2020.

“Ci attendiamo un quarto trimestre del 2019 in indebolimento principalmente dovuto al calo dei prezzi del Brent ($62.6/bbl medi in 4Q19 rispetto ai $68,8 al barile nel quarto trimestre del 2018 e a $65 al barile della nostra stima precedente) e del gas spot Europeo ($3,9/mmbtu in 4Q19 vs $8,25/mmbtu in 4Q18), a cui si aggiunge uno scenario negativo anche per il business downstream nella raffinazione e nella chimica. Il trimestre potrebbe essere penalizzato anche da svalutazioni esplorative in Kazakistan e da una maggior tassazione per il gap tra prezzo del gas spot italiano e il prezzo oil linked libico”.

“Ci attendiamo quindi un EBIT in deterioramento del 34% YoY e una produzione upstream in crescita del 3% yoy ma nella parte bassa del range di guidance per l’anno (pari a 1,870-1,880 kboed). Riduciamo quindi le stime EPS FY19 del 18%. A livello di CFFO adj. ci attendiamo €11.5 bn sul FY19 un livello che permette di coprire capex, dividendi e buyback”.

Equita, nella sua preview, presenta anche il dettaglio delle voci di bilancio:

  • Produzione Upstream 1,927 kboed (+3% su base annua);
  • Ebit adj €1.971 milioni (-34% su base annua): E&P €1.996 mn, G&P €95 mn, R&M and Chem. €5 mn;
  • Utili netti su base adjusted a €601 milioni (-59% su base annua);
  • CFFO (Cash Flow From Operations) adj €2,65 miliardi (-19% su base annua);
  • PFN (posizione finanziaria netta) €-11.1 miliardi (€12,7 miliardi nel terzo trimestre del 2019).

“Dato l’avvio molto debole dell’anno per i prezzi del gas e i margini compressi nel settore downstream – si legge ancora nella nota di Equita – riduciamo le stime EPS FY20 (utile per azione dell’anno fiscale 2020) del 14% incorporando uno scenario meno favorevole nell’anno fiscale 2020 su:

  • prezzo del gas (realizzato) $4.28/mmbtu rispetto al precedente $4.93/mmbtu (milioni di Btu, unità termiche britanniche).
  • margine di raffinazione $5,25 al barile, rispetto al precedente $5,50 al barile.

“Confermiamo la raccomandazione Buy e riduciamo il target a €16 (-6%). Riteniamo che il titolo sconti un prezzo del greggio in un range di $10 al barile inferiore ai prezzi spot, in parte dovuto al minore interesse degli investitori per le preoccupazioni sulla sostenibilità ambientale. P/E FY20 = 12x, FCF yield 9% (yield del flusso di cassa disponibile)”.

Il fattore catalizzante viene considerato una “presentazione del nuovo piano strategico dove ci attendiamo una maggior enfasi sui progetti a favore del processo di
decarbonizzazione e che possa ridurre lo sconto del titolo rispetto alla
media storica (P/E ~14x)”.