Coronavirus, a Wall Street esplode febbre biotech. Inovio scelta per sviluppo vaccino, titolo assediato dai buy
Boom di buy sul titolo biotech Inovio Pharmaceuticals, dopo la notizia relativa alla decisione della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) di sceglierla, con un contratto del valore di $9 milioni, per lo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus. In premercato a Wall Street il titolo balza di quasi +35%, dopo aver fatto +12% nella seduta di giovedì, volando al record dal 9 maggio scorso.
Inovio è una società americana con sede nello stato della Pennsylvania ed è già in partnership con CEPI. E’ dalla stessa CEPI che il gruppo si è aggiudicato nell’aprile del 2018 un contratto del valore fino a $56 milioni per sviluppare vaccini contro la MERS (Sindrome respiratoria del Medio Oriente) e contro la febbre emorragica di Lassa.
Inovio è, anche, la stessa che ha sviluppato un vaccino contro il virus Zika, insieme ad altre società, arrivando a testarlo sull’uomo in appena sette mesi. Motivo di grande vanto per la società che, come fa notare un articolo di Marketwatch, afferma come quello contro lo Zika sia stato il vaccino sviluppato più rapidamente nel corso degli ultimi decenni.
Sulla base di questi presupposti, Inovio è pronta a “sfidare se stessa per realizzare ora questo vaccino (contro il coronavirus), in modo ancora più veloce”, come ha detto in un’intervista telefonica rilasciata a Marketwatch Joseph Kim, amministratore delegato della società.
E’ stato sempre Kim a riferire che, dopo che la sequenza del DNA del coronavirus è diventata pubblica, lo scorso 11 gennaio, Inovio ha iniziato a sviluppare subito un vaccino potenziale “nell’arco di poche ore”, con la sperimentazione sugli animali che è già iniziata.
L’obiettivo è dunque passare alla fase di sperimentazione sull’uomo il prima possibile, “prima dell’inizio dell’estate”.
Mentre in Cina sale il bilancio delle vittime, Inovio ha reso noti i nomi dei partner con cui sta lavorando per la realizzazione del vaccino: tra questi, ci sono la sussidiaria di GeneOne Life Science, Winstar Institute, e Twist Bioscience Corp.
Nella sessione di giovedì, dopo che il gruppo biotech ha dato la notizia del contratto da $9 milioni aggiudicatosi, i volumi di contrattazione del titolo sono schizzati a 12,3 milioni di azioni, rispetto ad appena 1,4 milioni di azioni scambiate, in media, negli ultimi 30 giorni di contrattazioni (dati FactSet).
Jason McCarthy, analista presso Maxim Group, ha ribadito intanto il rating “buy” sul titolo Inovio e il target price a $6, che implica un margine di rialzo, rispetto ai livelli attuali, pari a +55%. In una nota ai clienti intitolata “New coronavirus; who do you call? Inovio”, McCarthy ha segnalato come la società sia stata scelta per lo sviluppo dei vaccini contro la Mers e il virus Zika.
Il titolo Inovio è balzato del 67% nell’arco degli ultimi tre mesi di contrattazioni, ma rimane in calo del 23% su base annua. Facendo un paragone, l’iShares Nasdaq Biotechnology exchange-traded fund IBB e e l’SPDR Health Care Select Sector ETF sono saliti entrambi del 13% negli ultimi tre mesi. L’indice S&P 500, nello stesso arco temporale, ha fatto +10%.
Oltre a Inovio, è innegabile che l’attenzione degli investitori e dei trader si stia riversando sull’intero comparto biotech. Nella sessione di giovedì si è messo in evidenza anche il titolo Co-Diagnostics che, grazie ai buy scatenati che hanno portato l’azione a fare +80% in una sola seduta, ha quasi raddoppiato il suo valore, salendo al massimo in un anno. I volumi di trading sono volati a 36,1 milioni di pezzi scambiati, contro la media dell’intero giorno, pari a 161.000 titoli. Prima dell’inizio della sessione a Wall Street, la società aveva riferito di aver “completato il lavoro principale di sviluppo” di un test volto a identificare il virus 2019-nCov. In particolare, il ceo Dwight Egan aveva riferito in un comunicato che, nel caso in cui l’Organizzazione Mondiale avesse deciso di dichiarare il coronavirus una emergenza sanitaria globale, Co-Diagnostics sarebbe stata in grado di “fornire un’assistenza veloce” ai paesi colpiti mettendo a disposizione i suoi test.
La scorsa settimana si è messo in evidenza anche il caso di NanoViricides, gruppo che produce farmaci contro le malattie virali, che è balzato giovedì del 43%, dopo essere scivolato in Borsa del 55% due giorni prima, e aver fatto +153% lo scorso lunedì.