Notizie Notizie Mondo ‘Coronacrisis’ brucerà quattro anni crescita Pil Usa. L’outlook di Bank of America: in II trim -40%

‘Coronacrisis’ brucerà quattro anni crescita Pil Usa. L’outlook di Bank of America: in II trim -40%

22 Maggio 2020 10:24

Accadrà quello che non abbiamo mai visto nella storia, neanche ai tempi della Grande Recessione seguita alla crisi finanziaria. La crisi innescata dal coronavirus – la coronacrisis come viene chiamata negli States – azzererà più di quattro anni di crescita del Pil Usa”. Parola del capo economista di Bank of America Michelle Meyer, che aggiorna le proprie stime sull’impatto del Covid sui fondamentali degli Stati Uniti, tagliando quelle relative al secondo trimestre dal -30% di contrazione attesa a -40%.

NEW YORK, NEW YORK – MAY 21: A couple wearing masks sit on a bench watching the sunset over the Manhattan skyline in Domino Park, Brooklyn amid the coronavirus pandemic on May 21, 2020 in New York City. COVID-19 has spread to most countries around the world, claiming over 334,000 lives with over 5.1 million cases. (Photo by Alexi Rosenfeld/Getty Images)

“Le parole non possono descrivere – spiega – la perdita dell’economia, che sarà “diversa da qualsiasi cosa abbiamo visto nella storia moderna”.

Michelle Meyer aggiunge: “All’inizio di aprile, quando rendemmo note le nostre previsioni, parlammo di un calo cumulativo scioccante di perdita dell’output dal suo picco al fondo, con il peggio concentrato nel secondo trimestre, pari a -30% trimestre su trimestre, su base saar (Seasonally Adjusted Annual Rate).

A tal proposito, vale la pena ricordare che, per calcolare il valore SAAR di un dato, bisogna prendere la stima mensile che non tiene conto del fattore stagionalità, dividerlo per il fattore stagionalità e moltiplicarlo per 12.

Una previsione, quella di un tonfo del 30%, di per sé già shock. Ma che, a quanto pare, secondo Meyer, non è abbastanza estrema, nel senso che non basta a riflettere quanto sta succedendo all’economia americana. Di qui, il nuovo outlook, che prevede un tonfo del Pil, nel secondo trimestre dell’anno, ancora più sostenuto, pari a -40% Q/Q saar, il che implica una perdita cumulativa del Pil pari a -13%, ben oltre il -4% della Great Recession, Grande recessione del 2008-09.

Allo stesso tempo, gli economisti di Bank of America guidati da Meyer hanno deciso di rivedere al rialzo la ripresa del Pil Usa nel terzo trimestre a +7% q/q saar rispetto al -1% stimato in precedenza. L’upgrade si spiega quasi completamente con il forte rimbalzo dei consumi, mentre gli investimenti dovrebbero continuare a scendere, e anche in modo significativo.

La ripresa viene vista, in generale, più lenta rispetto a quanto emergeva dall’ultimo outlook. “Una riapertura (dell’attività economica) in anticipo ha portato gli esperti sanitari a rivedere al rialzo il numero dei casi di COVID-19 (negli Stati Uniti), fattore che rallenterà di per sé la ripresa – si legge – Siamo inoltre sempre più preoccupati per i problemi di solvibilità (che potrebbero presentarsi) e per un tasso di disoccupazione previsto ancora in forte crescita”.

In particolare, “riteniamo che ora bisognerà aspettare fino alla fine del 2022, o più tardi, per ritornare ai livelli del Pil pre-COVID”.

Il nuovo outlook prevede un calo del Pil su base annua, nel 2020, pari a -8%, seguito da una ripresa pari a +4% nel 2021, con una perdita del Pil dal picco al fondo pari a -13%.

Il risultato è mostrato nella tabella (sopra), che dimostra come, secondo le previsioni di BofA, la crisi del coronavirus azzererà dunque, come anticipato, quattro anni di crescita del Pil Usa, visto che gli economisti stimano ora che, su base reale, alla fine del 2021 il Pil si troverà dove era alla fine del 2017.

Sul tasso di disoccupazione, Bank of America prevede che il dato raggiungerà un massimo del 19% alla fine del secondo trimestre, per poi viaggiare attorno al 10%. Una disoccupazione a tali livelli, avverte Meyer, porta con sé il rischio di una disinflazione e un contesto che potrebbe confermarsi catastrofico per le banche che non si sono premunite con gli opportuni accantonamenti per coprire le perdite sui prestiti.

Bank of America prevede infine che la componente core dell’inflazione misurata dal PCE si attesterà allo 0,6% alla fine dell’anno. La banca crede in ogni caso che gli Stati Uniti non scivoleranno in uno stato di deflazione.