Corona ceca: addio al peg con l’euro, manovre speculative da $65 miliardi. Più vicina uscita Praga da Ue?
La Repubblica Ceca dice addio al peg della corona con l’euro. L’annuncio della Banca centrale del paese premia tutti quei trader che avevano giocato d’anticipo, scommettendo contro il cambio euro-corona e puntando sugli asset del paese.
Così come ha fatto la Swiss National Bank due anni prima, la CNB, Czech National Bank, Banca Nazionale Ceca, ha deciso di far fluttuare liberamente la corona. Il peg con l’euro era stato scelto per evitare l’eccessivo apprezzamento della moneta. L’annuncio ha colto diversi investitori alla sprovvista, dal momento che la riunione odierna del board è avvenuta in via eccezionale.
Diversi trader si erano tuttavia già messi in moto mesi fa scommettendo contro il cambio eur-czk, convinti che la fine del peg sarebbe stata annunciata prima dell’estate, causa il balzo dell’inflazione, e dando così il via a una serie di manovre speculative, che Bloomberg ha calcolato del valore di ben $65 miliardi: gli asset cechi sono stati praticamente assediati da un’ondata di buy, a testimonianza di un vero e proprio boom di flussi stranieri in entrata nei mercati di Praga.
E’ vero anche che parte del capitale speculativo si è poi ritirato dopo che la banca centrale, alla riunione di marzo, non aveva dato alcuna indicazione sul momento in cui avrebbe lasciato la valuta libera di apprezzarsi. Da quel momento, la volatilità sulla corona ceca è schizzata al rialzo, a livelli mai visti in anni.
Fine dunque di quella politica monetaria che era stata inaugurata più di tre anni fa, volta ad assicurare che la corona rimanesse al di sotto della soglia 27 nei confronti dell’euro. L’annuncio è stato pubblicato sul sito della banca centrale, e la reazione dei mercati non è tardata ad arrivare.
Immediato il crollo dell’euro nei confronti della corona, che si è avvicinata a livelli record dal novembre del 2013. Intervistato da Bloomberg, Viktor Zeisel, economista presso la banca Komercni Banka, ha così commentato la mossa della CNB:
“Dunque, la corona ora è libera e potrebbe iniziare ad apprezzarsi, sostenuta da una forte economia. Ma, almeno nelle prime settimane e nei primi mesi, non saranno i fondamentali economici a ricoprire un ruolo centrale nel tasso di cambio, a causa delle “forti posizioni speculative che scommettono al rialzo” sulla valuta.
Reazioni anche dal mercato dei titoli di stato, con i tassi sui bond a due anni che sono balzati di 20 punti base a -0,18%, al record in otto mesi, e i rendimenti decennali cresciuti di 8 punti base, allo 0,91%. Dal grafico si può notare come inizialmente il trend dell’euro nei confronti della corona ceca non abbia subito particolari variazioni. Poi, la caduta verticale.
Montano intanto i timori sull’opzione Czexit, ovvero sulla minaccia che, dopo il Regno Unito, sarà la Repubblica Ceca ad uscire dall’Unione europea. In realtà, nell’ultimo periodo, il termine era stato utilizzato proprio per illustrare il divorzio della corona dall’euro, e dunque la fine del peg. Ma già dallo scorso anno, e ancora prima del voto sulla Brexit del 23 giugno, Tomas Prouza, segretario agli Affari Ue della Repubblica Ceca, aveva avvertito che, se Londra avesse detto addio a Bruxelles, altrettanto avrebbe potuto fare Praga, in quanto una eventuale decisione in tale senso sarebbe apparsa “molto più accettabile da un punto di vista politico”. Più tardi, lo stesso presidente Milos Zeman aveva auspicato un referendum sull’appartenza all’Ue e anche alla Nato da parte di Praga.
Sul fronte operativo, Nomura consiglia ora ai suoi clienti di vendere euro contro corona con un target a CZK 26,15. Nel caso in cui tale livello venisse superato, il prossimo target sarebbe a CZK 25,50.
La banca centrale ha intanto reso noto di “non aver discusso”, in occasione del meeting straordinario di oggi, circa la possibilità di apportare modifiche ai tassi di interesse. L’istituto ha tenuto comunque a precisare di “essere pronto a utilizzare gli strumenti di cui dispone, al fine di mitigare le potenziali eccessive fluttuazioni del tasso di cambio, in caso di bisogno”.