La speculazione ha potuto più della legge della domanda e dell’offerta nella formazione dei prezzi del petrolio. Parrebbe proprio così guardando ai dati sulla richiesta mondiale di greggio prevista per i prossimi mesi e presentati oggi dall’Iea, l’Agenzia internazionale per l’energia.
L’Agenzia prevede infatti che la domanda mondiale di petrolio crescerà meno del previsto quest’anno per effetto del rallentamento della crescita economica negli Stati Uniti e nei paesi Ocse, ma anche per l’effetto implicito di prezzi tanto alti da deprimere la domanda.
E la domanda dai paesi emergenti, quella che secondo alcuni osservatori starebbe trainando le quotazioni, come si muove? Si mantiene solida, ma dai numeri dell’Iea emerge anche un’altra verità: a oggi la domanda proveniente da questi paesi è pari solo al 3,7% della richiesta mondiale, un po’ poco per spingere un aumento dei prezzi del 25% da inizio 2008 dopo essere raddoppiati nel giro di un anno. A ciò vanno aggiunti i segnali contrastanti giunti solo ieri dalla Cina, che ha annunciato una contrazione dei consumi petroliferi del 3,9% in marzo.
Nel dettaglio l’Agenzia internazionale per l’energia ha ridotto le previsioni per il 2008 sulla domanda globale di petrolio di 390mila barili al giorno rispetto alle sue precedenti stime. Le attese attuali si posizionano così a 86,8 milioni di barili al giorno, una crescita pari solo all’1,2% rispetto al 2007. Si tratta del tasso di espansione più basso degli ultimi due anni. E c’è di più. Per l’Iea ulteriori revisioni al ribasso delle stime non sono da scartare.
Il mercato ha però reagito tiepidamente ai dati dell’Iea. Le quotazioni del Wti al Nymex di New York sono pressochè invariate rispetto alla seduta precedente, attestandosi attorno ai 124 dollari. Un valore comunque poco distante dai massimi di sempre toccati solo ieri a 126,40 dollari per barile.