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Conti positivi per Credit Suisse

2 Maggio 2007 08:05

Inizio d’anno positivo per Credit Suisse. A partire dal primo trimestre dell’anno in corso, il gruppo svizzero – come si legge in una nota – ha deciso di comunicare i suoi risultati anche sotto forma di risultati di base, i quali comprendono, quindi, i risultati dei segmenti investment, private banking e asset management nonché quelli del corporate center.


Nei primi tre mesi del 2007, la banca d’affari svizzera ha riportato un utile da attività continuative in crescita del 17% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nello specifico, l’istituto elvetico ha riportato un utile ante imposte da attività continuative pari a 3,576 miliardi di franchi svizzeri, in progresso del 16% rispetto al primo trimestre 2006. In crescita, sempre rispetto al primo trimestre 2006, i proventi netti (+11%), che si sono attestati a 10,669 miliardi di franchi. Mentre i costi operativi totali hanno raggiunto 7,040 miliardi, in aumento del 6% rispetto ai primi tre mesi del 2006.


In progressione anche il rendimento del capitale proprio che ha raggiunto il 25,2% nel primo trimestre 2007, contro il 24,4% del 2006. Come si legge nel comunicato diffuso prima dell’apertura dei mercati, l’utile netto diluito per azione ammonta a 2.42 di franchi nel primo trimestre 2007, a fronte di 2.21 nel corrispondente periodo del 2006.
Inoltre, il Credit Suisse ha generato un afflusso netto di nuovi capitali di 15,2 miliardi di franchi nel comparto del wealth management e di 29,0 miliardi nell’asset management.

Positivi i primi commenti a caldo. “I risultati per il primo trimestre del 2007 dimostrano i continui progressi compiuti dal modello di banca integrata”, dichiara Oswald J. Grübel, amministratore delegato del Credit Suisse. 

Previsione rosee anche per i prossimi mesi. Il Credit Suisse beneficia  – si legge nella nota diramata dal gruppo svizzero – di un portafoglio di attività tuttora robusto e, dato il favorevole contesto macroeconomico, è ottimista nei confronti delle sue prospettive di crescita di lungo termine nell’investment banking, nel private banking e nell’asset management. Anche se non esclude, però, correzioni di mercato e prevede un aumento della volatilità del mercato.