Notizie Notizie Italia Consiglio europeo, rientra minaccia Conte: c’è accordo migranti. L’euro schizza oltre $1,16

Consiglio europeo, rientra minaccia Conte: c’è accordo migranti. L’euro schizza oltre $1,16

29 Giugno 2018 08:27

L’euro schizza al rialzo, dopo la notizia dell’accordo raggiunto dai 28 leader dell’Unione europea sulla gestione della crisi dei migranti. Così il presidente francese Emmanuel Macron:

“Soltanto una parola per dire che, dopo nove ore di trattative e di lavoro, è stato raggiunto un accordo, e questa è una buona notizia per la Francia. E’ il frutto di un lavoro combinato, è la cooperazione europea che ha vinto sul non-accordo o sulla decisione di una nazione, che non sarebbe stata né efficiente né duratura”. (riferimento ai pugni sbattuti sul tavolo dal premier Giuseppe Conte?)

La moneta unica guarda con favore al dissolversi delle tensioni, in Ue, riguardo alla gestione della crisi dei migranti, e mette a segno un solido rialzo, salendo alle 8 ora italiana dello 0,67%, a $1,1642: un deciso balzo rispetto agli $1,1560 precedenti la notizia dell’accordo Ue sui migranti, valore non lontano da $1,1508, minimo in 11 mesi, testato la settimana precedente.

Soddisfazione è stata espressa dal premier Giuseppe Conte:

“Da questo Consiglio europeo esce un’Europa più responsabile e più solidale: l’Italia non è più sola“, ha detto poco dopo le 5 di questa mattina, dopo la maratona dei negoziati. L’intesa era tutto fuorché scontata, se si considera che Conte stesso aveva bloccato il consenso sulle conclusioni del Consiglio, facendo saltare anche la conferenza stampa tra il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, pretendendo che fosse subordinata a un accordo su tutti i contenuti del documento.

Ore di alta tensione, con Conte che ha minacciato praticamente di far saltare tutto: “Se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri paesi europei, potremmo chiudere questo Consiglio senza approvare conclusioni condivise” sui migranti, aveva detto il premier, agitando anche lo spettro del veto:

“Gli attestati di solidarietà non bastano più – aveva detto prima della riunione con i leader europei – l’Italia non ha bisogno di parole ma di fatti concreti. Oggi capiremo se davvero l’Europa vuole gestire in modo solidale le migrazioni. Compromessi al ribasso non li accetteremo“.

Fino al veto?

“È una possibilità che non voglio considerare, ma da parte mia potremmo chiudere questo Consiglio senza conclusioni condivise”, aveva minacciato di fare.

Alle 4.30, con un post su Twitter, Tusk ha poi annunciato l’accordo.

Riferendosi al primo paragrafo delle conclusioni, Conte ha spiegato alla stampa che “è passato il principio che il tema della regolazione dell’emigrazione e della gestione dei flussi migratori deve essere affrontato secondo un approccio più integrato, come avevamo richiesto, che riguardi sia la dimensione esterna, sia quella interna, sia il controllo delle frontiere”.

Ancora, è stato “affermato il principio che chi arriva in Italia arriva in Europa“. Nel documento delle conclusioni, a tal proposito, si legge che la gestione della crisi dei migranti “non riguarda un singolo Stato membro, ma l’Europa nel suo insieme”.

Nel paragrafo 3, ha rilevato inoltre Conte, “è affermato il principio che tutte le navi che solcano il Mediterraneo devono rispettare le leggi, quindi anche le Ong, e non devono interferire con le operazioni della guardia costiera libica”.

Citato anche il paragrafo 5, che parla del “principio di un nuovo approccio per quanto riguarda il salvataggio in mare: d’ora in poi si prevedono azioni basate sulla condivisione e quindi coordinate tra gli Stati membri”. Rispetto alla bozza iniziale, su tal punto, è stata messa in evidenza l’esigenza di “un nuovo approccio basato su azioni condivise o complementari fra gli Stati membri” nelle operazioni di sbarco per i migranti soccorsi in mare.

Facendo riferimento ancora al paragrafo 5, Conte ha segnalato che si contempla “la possibilità di creare, di istituire dei centri di accoglienza per consentire lo sbarco, e se del caso il transito dei migranti anche verso paesi terzi sotto il coordinamento e la cooperazione dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati e dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni”.

Conte ha poi indicato le novità del paragrafo 6 delle conclusioni, che risulta del tutto nuovo rispetto alla bozza iniziale, e che è stato il più difficile su cui raggiungere una intesa.

“In Europa d’ora un poi si possono creare anche dei centri di accoglienza nell’ambito degli Stati membri, ma solo su base volontaria. Quindi per i paesi che lo desiderano e che vogliano attrezzarsi per farlo ci saranno questi centri basati su una gestione collettiva europea”.

Interpellato sulla decisione dell’Italia di aprire o meno i centri di accoglienza, Conte ha risposto che “è una decisione che ci riserveremo ovviamente al livello governativo in modo collegiale, direi che non siamo assolutamente invitati a farlo”.

“Si è finalmente affermato il principio del rifinanziamento del fondo fiduciario per l’Africa – ha sottolineato il presidente del Consiglio – che ci torna particolarmente utile per le rotte dei migranti nordafricani” e viene anche chiesto che vengano “intensificati i rapporti e gli accordi con i paesi di origine e transito dei migranti”.