Confindustria: danni come in guerra, Pil 2013 visto in calo dell’1,8%. Manovra poco incisiva
Confindustria ha rivisto al ribasso le stime sul Pil 2013. A fine anno il Prodotto interno lordo italiano è previsto subire una contrazione dell’1,8% rispetto al -1,6% precedentemente stimato. Invariata a +0,7% l’attesa sul Pil nel 2014. Queste le previsioni diffuse dal Centro Studi di Confindustria, secondo cui il Pil nel 2015 crescerà dell’1,2%. “La profonda recessione, la seconda in sei anni, è finita. I suoi effetti no“, hanno spiegato gli esperti. Per Viale dell’Astronomia in questo scenario l’impatto sulla crescita della Legge di Stabilità sarà “molto piccolo”, intorno allo 0,1-0,2 punti sul Pil 2014. Nel 2015 invece avrà un “effetto restrittivo della stessa entità di quello espansivo del 2014”.
Il Centro Studi avverte però che sono alla porta venti contrari. Gli esperti hanno elaborato uno scenario che prevede la possibilità secondo cui, in caso di proseguimento di credit crunch e debolezza economica, il Pil salirà solo dello 0,4% nel 2014 e crescita zero nel 2015. “Questa simulazione tutt’altro che astratta e ben presente a molti analisti di banche d’investimento internazionali, suggerisce che occorre rimuovere ogni causa interna di turbolenza e incertezza e prendere rapidamente decisioni che elevino il Paese su un più alto sentiero di crescita”, hanno voluto precisare gli economisti. Del resto lo stesso Centro Studi afferma che parlare di ripresa è “per molti versi improprio” e suona come “derisorio”. Il Paese, spiega, “ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile anche sul fronte sociale” e i danni sono “commisurabili solo con quelli di una guerra”.
Deficit/Pil 2013 atteso stabile al 3%, disoccupazione al 12,2%
Il deficit/Pil nel 2013 è atteso rimanere invariato al 3%, mentre nel 2014 e nel 2015 è previsto scendere rispettivamente al 2,7% (dal 2,6%) e al 2,4%. Il rapporto debito/Pil dovrebbe invece attestarsi nel 2013 al 132,6% (dal 131,7%). Nel 2014 e nel 2015 rispettivamente al 133,7% (dal 132,3%) e al 132%. Rivisto in leggero rialzo il tasso di disoccupazione del 2013, dal 12,1% stimato a settembre al 12,2%. Il tasso di disoccupazione comunque resta stabile oltre il 12% anche nel 2014 (12,3%) e nel 2015 (12,2%). “Le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati a 4,8 milioni”.
La spesa delle famiglie, per la prima volta dopo tre anni di cali, potrebbe cominciare ad aumentare dello 0,2% nel 2014 per raggiungere un +0,8% nel 2015. In caso di scenario sfavorevole però i consumi delle famiglie sono destinate a restare al palo: 0,1% nel 2014 e 0 nel 2015. La pressione fiscale scenderà marginalmente al 43,9% nel 2014 dopo aver toccato il record nel 2013 con il 44,3% di Pil, mentre il debito pubblico è visto in crescita al 129,8% del Pil.
Confindustria cita come pericolo maggiore “il cedimento della tenuta sociale, con il montare della protesta che si incanali verso rappresentanze che predicano la violazione delle regole e la sovversione delle istituzioni”.