Notizie Valute e materie prime Commodity: 2011 di guadagni per oro e petrolio, nel 2012 attenzione al rallentamento globale

Commodity: 2011 di guadagni per oro e petrolio, nel 2012 attenzione al rallentamento globale

2 Gennaio 2012 18:32

Segno meno per le principali materie prime. Nel corso del 2011 l’indice Thomson Reuters/Jefferies Crb ha registrato un calo superiore all’8% muovendosi in scia dei principali listini azionari. In un contesto di cali generalizzati spicca il +11% registrato dal bene rifugio per eccellenza, l’oro. Le quotazioni del metallo giallo hanno brillato fino a settembre, quando i prezzi hanno toccato un nuovo record storico sopra quota 1.920 dollari l’oncia.

Da allora i prezzi hanno iniziato ad evidenziare una correlazione positiva con i mercati finanziari che negli ultimi 3 mesi dell’anno ha fatto perdere alle quotazioni il 3,5%. I prezzi hanno risentito del rafforzamento del dollaro (+2,3% tra settembre e dicembre), del nervosismo degli operatori alla luce dei bruschi ritracciamenti registrati negli ultimi mesi e della necessità di alcuni operatori di tamponare le perdite registrate dalle altre asset class.

Segno più anche per il greggio. Il Brent, il riferimento per il petrolio europeo, spinto al rialzo dalle notizie in arrivo dal fronte geopolitico (e dal conseguente calo delle scorte in Europa) nel corso del 2011 ha registrato un rialzo vicino ai 15 punti percentuali. Deciso segno più anche per il benchmark statunitense, il Wti (+6,5%), salito negli ultimi 3 mesi di quasi il 25%. Il recente balzo dei prezzi è attribuibile alle notizie in arrivo da Cushing, la cittadina dell´Oklahoma dove il greggio a stelle e strisce entra nelle condutture del Nord-America.

La canadese Enbridge ha annunciato l’inversione del flusso di greggio nell´oleodotto Seaway, che collega Cushing con il Golfo del Messico. La decisione sta contribuendo ad allentare la pressione sulle scorte stoccate nel principale hub del Nord-America, una delle cause che avevano frenato i prezzi negli ultimi mesi. Dopo il record toccato a marzo a 41,9 milioni di barili, gli stock di Cushing nell’ultima rilevazione hanno evidenziato un calo sotto quota 30 milioni di barili (29,9 milioni).

Tra gli energetici, pesante segno meno per il Gas Naturale, che nel 2011 ha perso il 40% scendendo ai minimi degli  ultimi 2 anni. Le quotazioni hanno risentito del costante incremento dell’offerta e del calo della domanda causato da un inizio di inverno particolarmente mite negli Stati Uniti. Profondo rosso anche per il più ciclico dei metalli, il rame, sceso di 20 punti percentuali in scia del rallentamento globale e delle prospettive per i prossimi mesi.

Per il 2012 gli analisti consigliano di tener d’occhio l’andamento delle economie emergenti che potrebbero sostenere i corsi di quelle materie prime maggiormente legate all’andamento del ciclo economico. Per le commodity energetiche attenzione alle notizie in arrivo dal fronte geopolitico ed in particolare all’evolversi della situazione iraniana.

Secondo Colin Fenton di JP Morgan nel 2012 le commodity saranno penalizzate dal “peggioramento della crisi europea e dal rallentamento delle economie emergenti. Per Morgan Stanley saranno da preferire “le commodity con un maggior valore relativo e quelle che registrano le performance migliori in contesti caratterizzati da una bassa crescita economica”. Tra le materie prime agricole, MS ritiene che i fondamentali dovrebbero supportare i prezzi del granoturco e dei semi di soia.

Di altro avviso i “perma-bulls” (tori permanenti) di Goldman Sachs, che hanno recentemente confermato la view a 12 mesi a “overweight”. Il giudizio si basa sull´assunto che l´economia globale non cadrà in recessione e che “i prezzi delle commodity potrebbero salire nel breve-medio termine alla luce del calo delle scorte e del mancato incremento dell´offerta”. Goldman stima per il 2012 un prezzo medio del Brent a 120 dollari il barile mentre il Wti, il benchmark statunitense, è pronosticato a 112,5 dollari, rispettivamente il 12 ed il 13 per cento in più rispetto ai livelli attuali. Tra i metalli il prezzo del rame nei prossimi 12 mesi è atteso 9.500 dollari la tonnellata (+20% rispetto alle quotazioni spot) mentre l’oro è visto a livelli record a 1.940 dollari (+25%).