Commissione Ue: Italia, passi avanti ma rimane un rischio per tutta l’Eurozona
L’Italia ha fatto degli importanti passi avanti sul cammino delle riforme ed è tornata a crescere nel 2015, sebbene solo moderatamente. Secondo il Country report della Commissione europea rimane ancora tanta strada da fare e il Belpaese può rappresentare un rischio anche per gli altri Paesi dell’Eurozona.
Dopo lunghi anni di contrazione economica, seguiti alla grande crisi del 2007, l’economia italiana è tornata ad espandersi lievemente nel 2015. La crescita economica dovrebbe rafforzarsi nel 2016 e nel 2017 anche se gli ostacoli strutturali che il Paese deve ancora affrontare e il peso del debito pubblico lasciano l’Italia più esposta di altre nazioni a rischi che possono provenire dall’esterno. “In particolare – recita il Country report diffuso dalla Commissione europea – il rallentamento dei mercati emergenti e la turbolenza sui mercati finanziari”.
I giudizi positivi sull’Italia
Secondo il documento l’Italia ha fatto progressi nel perseguimento delle raccomandazioni del 2015. La Commissione cita la riforma del mercato del lavoro, le misure di riforma della governance bancaria e i provvedimenti per affrontare il problema dei non-performing loans (npl), la riforma dell’istruzione, la semplificazione delle procedure amministrative per i cittadini e le aziende. Altre iniziative sono in cantiere. Tra queste la legge sulla concorrenza e quella di riforma della pubblica amministrazione. “I primi segnali sono positivi anche se il loro pieno impatto si materializzerà nel corso del tempo”.
Le bacchettate all’Italia
Pur ammettendo i progressi fatti dall’Italia nel corso degli ultimi anni, la Commissione sottolinea anche alcuni interventi non in linea con le indicazioni. “Il taglio delle tasse sulla prima casa a partire dal 2016 non è coerente con le raccomandazioni di spostare il peso della tassazione dai fattori produttivi verso la proprietà e il consumo” mentre “gli obiettivi di riduzione della spesa pubblica (spending review) sono stati annacquati. Inoltre “la produttività rimane debole in principal modo a causa degli ostacoli strutturali all’efficiente allocazione delle risorse all’interno dell’economia”.
Il peso del debito pubblico
A preoccupare la Commissione europea è in particolar modo l’accoppiata tra debole crescita della produttività ed elevato indebitamento: “La bassa crescita che ne risulta rende la riduzione del debito pubblico decisamente più difficile” e rimane “una fonte di vulnerabilità per l’economia”. Vulnerabilità che potrebbe avere riflessi anche sui partner europei “considerata la posizione centrale che il Paese ha nell’area euro. L’Italia è fonte di potenziali contagio”. Per contro le condizioni esterne di inflazione e domanda esterna influenzano negativamente il recupero economico e i tentativi di riduzione del rapporto debito/Pil.
Leggi QUI il Country report sull’Italia della Commissione Ue