Citigroup segue Ubs sulla strada del profit warning, per analisti allarme abbastanza serio
Il colosso bancario statunitense Citigroup, prima banca americana per capitalizzazione, ha aggiunto il proprio profit warning a quello lanciato prima dell’apertura dei mercati europei dall’istituto svizzero Ubs.
In una nota il presidente e amministratore delegato, Charles Prince, ha ammesso che “i risultati del nostro terzo trimestre sono deludenti principalmente a causa della debole performance negli asset del reddito fisso, dell’incremento dei costi del credito al consumo e di svalutazioni nei prestiti con alta leva finanziaria”. La causa di tale situazione va naturalmente ricercata nella crisi che ha colpito il comparto dei mutui subprime negli Stati Uniti d’America e nella conseguente situazione di turbolenza ingeneratasi sui mercati finanziari globali.
L’istituto newyorchese ha messo in evidenza la previsione di un calo dei profitti del 60% nel terzo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, calo dovuto principalmente a svalutazioni per circa 1,4 miliardi di dollari (ante-imposte) su strumenti finanziari a leva, registrati sostanzialmente su tutte le attività che utilizzano una leva elevata; perdite di circa 1,3 miliardi di dollari ante-imposte sul valore di titoli derivati garantiti da mutui subprime; perdite di circa 600 milioni di dollari pre-tasse nelle attività di trading sul reddito fisso conseguenti all’incremento della volatilità di mercato e all’interruzione delle relazioni di prezzo storiche. E’ stato inoltre registrato un incremento dei costi di circa 2,6 miliardi di dollari ante-imposte rispetto allo stesso trimestre del 2006 causato principalmente dal deterioramento del panorama del credito, della crescita organica del portafoglio e delle acquisizioni.
Il presidente e amministratore delegato, Charles Prince, ha rassicurato gli azionisti del gruppo sul ritorno alla normalità nei trimestri successivi “a partire dal quarto trimestre di quest’anno”.