Cina vara un vasto piano di riforme economiche e sociali, i listini festeggiano
Una nuova Cina prende forma con le nuove riforme economiche e sociali varate dal Partito comunista, in occasione del Terzo Plenum, concluso solo qualche giorno fa. Secondo quanto anticipato dall’agenzia di stampa nazionale Xinhua, che ha pubblicato un lungo documento piuttosto dettagliato prima della diffusione ufficiale (che dovrebbe avvenire a breve), il governo cinese ha messo a punto un piano diviso in 60 sezioni con obiettivi da raggiungere entro il 2020. Si tratta del più audace piano elaborato dalla Cina degli ultimi 20-30 anni.
Alle prime indiscrezioni, i listini asiatici hanno preso slancio. A festeggiare sono state soprattutto le Borse di Shanghai e di Hong Kong che questa mattina hanno chiuso con un progresso di quasi 3 punti percentuali (lo Shanghai Composite ha archiviato la seduta con un +2,87%, mentre l’Hang Seng ha terminato con un +2,73%), trainando al rialzo le altre piazze dell’area Asia-Pacifico. Le società quotate si aspettano di beneficiare di alcune delle riforme varate dal governo. “L’obiettivo chiave è quello di creare un ambiente per una concorrenza leale, per migliorare la vitalità della società e dell’economia, per migliorare l’efficienza del governo, per realizzare la giustizia sociale e l’equità, per favorire l’armonia sociale e migliorare la leadership e le regole del partito comunista”, avrebbe detto Xi Jinping, segretario generale del partito, secondo l’agenzia Xinhua.
Guardando più da vicino il nuovo piano di misure, gli ambiti spaziano dall’economia, al sociale, ma anche alla giustizia e all’ambiente. Tra le riforme economiche, una maggior apertura e indipendenza del mercato: gli verrà concesso il diritto di fissare e modificare i prezzi di acqua, gas naturale, petrolio, elettricità, trasporti e telecomunicazioni. Per quanto riguarda le imprese statali, queste dovranno versare al governo un maggior contributo (il 30% dei loro profitti), in modo che lo Stato possa finanziare programmi di assistenza sociale.
Ma nel lungo documento del Terzo Plenum del Comitato centrale comunista, le promesse riguardano anche altri ambiti. Come quello, più sentito dalla popolazione, dell’allentamento della “politica del figlio unico”, in vigore dal 1980. Secondo le nuove regole, i genitori che erano figli unici potranno ora avere un secondo figlio. Tra le altre riforme sociali, quella dell’abolizione dei campi di rieducazione attraverso il lavoro, senza passare da un tribunale. Ma le misure messe a punto dal partito comunista puntano a rinnovare anche il sistema giuridico, con i pubblici ministeri e i giudici che passeranno sotto il controllo di un sistema verticale e centrale e non più dei governi locali.