Notizie Notizie Mondo La Cina tende una mano anche alla Spagna, il 13 gennaio al test con la prima asta di Bonos

La Cina tende una mano anche alla Spagna, il 13 gennaio al test con la prima asta di Bonos

3 Gennaio 2011 15:04

Anche la Spagna trova un alleato di peso sulla sua strada nella battaglia contro la crisi del debito sovrano. E’ sempre la Cina, che continuerà ad acquistare debito pubblico del paese come segno di fiducia nella ripresa economica di Madrid e in un ulteriore conferma della volontà di sostenere la crescita dell’Unione europea. Lo ha ribadito il vice premier cinese, Li Keqiang, alla vigilia della sua visita a Madrid. “Abbiamo fiducia nel mercato finanziario spagnolo – ha assicurato dalle colonne del quotidiano spagnolo El Pais- espressa attraverso l’acquisto del suo debito pubblico, un’azione che manterremo in futuro”. Dal canto suo, l’ambasciatore cinese, Zhu Bangzao, ha detto che Pechino vuole giocare un ruolo chiave per aiutare la Spagna ed altri Paesi europei in difficoltà a riconquistare la fiducia dei mercati e ad uscire dalla crisi.


Nei giorni scorsi, le autorità cinesi, dicendosi preoccupate per la crisi del debito in Europa, avevano annunciato azioni concrete a sostegno dei Paesi in difficoltà per garantire la stabilità finanziaria della zona euro. E nelle settimane natalizie un assaggio da Pechino alle Borse era già arrivato: la Cina aveva iniziato a comprare prima del break delle festività bond greci e portoghesi. Dal 2011 si inizia anche con quelli spagnoli. A dispetto di quel che si dice negli Stati Uniti, dove l’avanzata cinese non è vista di buon occhio, il sostegno della potenza asiatica è apprezzata da investitori, trader e strategist, che operano in titoli di Stato dell’eurozona che prevedono un 2011 all’insegna della volatilità e di spread in altalena, che manterranno il terreno molto scivoloso. Colpa anche delle molte incognite che rimangono disseminate. Prima fra tutti il timore che Portogallo e Spagna possano seguire la stessa strada di Grecia e Irlanda nella richiesta degli aiuti di stato.
 
Di certo un primo banco di prova arriverà il prossimo 13 gennaio. La Spagna sarà, infatti, il primo paese dell’eurozona periferica a debuttare nel 2011 sul mercato primario dei titoli di Stato. Lo farà con un’asta di Bonos quinquennali per 2,5 miliardi. Nell’attesa del giorno della verità per Zapatero & Co. oggi è una seduta dal sapore ancora festiva per il secondario italiano che registra volumi leggeri, in linea all’obbligazionario europeo, e quotazioni in progresso. In rialzo invece gli spread sui periferici. Il differenziale Italia-Germania stamattina si è portato in prossimità di 190 punti base, mentre quello Spagna-Germania sopra i 250 punti base, valori che non si vedevano dal 20 dicembre. Gli scambi di oggi tuttavia saranno piuttosto scarsi a causa della chiusura di vari mercati.


L’Italia tenta un recupero contro Germania rispetto ai livelli dell’ultima chiusura. “(L’Italia) sta tenendo benino, forse anche alla luce del buon andamento dei mercati azionari, in generale gli spunti latitano”, commenta un operatore. “In ogni caso è un movimento che andrà verificato quando sul mercato torneranno volumi un po’ più significativi. Oggi si vede veramente pochino, sulla parte lunghissima della curva non ci sono stati scambi”. Il mercato dei titoli di Stato europei dovrebbe tornare ad animarsi a partire da metà settimana con le aste a lungo termine di Germania e Francia – paesi core del blocco dell’euro che secondo un analista dovrebbero beneficiare delle esigenze di ribilanciamento dei portafogli obbligazionari nel nuovo anno – oltre a un collocamento portoghese a breve termine.


L’offerta di carta italiana ha dominato la chiusura d’anno portando sul mercato circa 20 miliardi a breve e lungo termine e appesantendo i titoli di Stato tricolori rispetto ai benchmark europei. In generale in questo primo scorcio del 2011 le esigenze di finanziamento dei Tesori europei, resteranno in primo piano e l’attenzione degli investitori sarà puntata in particolare su quei paesi considerati più a rischio. Mentre l’Irlanda rimarrà a guardare, l’11 e il 18 gennaio toccherà alla Grecia riprendere le emissioni mensili dei suoi Bot sospese a dicembre. “Ci attende ancora un anno difficile di volatilità perché le manovre che sono state effettuate per risolvere la crisi dei debiti sovrani non producono effetti immediati”, segnala Angelo Drusiani, osservando che sarebbe necessaria un’efficacia maggiore per una situazione così complessa a livello di differenziali.