Cina, alcuni segnali indicano un ritorno di fiducia nei confronti dell’equity da parte degli investitori
È giunta l’ora di rivalutare le azioni cinesi, abbandonate dagli investitori? Probabilmente sì. Il set di dati provenienti dal Celeste Impero per il mese di marzo sembra infatti ben più incoraggiante di quello che arriva da New York, ovvero i dati relativi alle vendite al dettaglio e alla produzione manifatturiera. Il dato più significativo è senza dubbio quello relativo al Pil cinese, che nel primo trimestre ha segnato un incremento del 6,7%, appena al di sotto del trimestre precedente (+6,8%), scongiurando il tanto temuto crollo dell’economia del Dragone. Inoltre, sempre a marzo, il mercato immobiliare ha dato segnali di ripresa, mentre sono risultati in accelerazione altri settori chiave dell’economia, come la spesa per gli investimenti (+10,7% su base annua), la produzione industriale (+6,8%) e le vendite al dettaglio (+10,5%).
Azioni di supporto alle azioni
“E’ vero che la crescita del Pil è scivolata dal 7,0% del primo trimestre 2015 al 6,7% e che l’incremento della spesa per investimenti è passata dal 13,5% al 10,7% – dice Paul Jackson, head of research di Source, società di investimento partecipata da Warburg Pincus – ma tutti gli altri indicatori economici sono migliorati”. In particolare l’allentamento dalla PBOC (la Banca centrale cinese) ha stimolato la crescita monetaria, ridotto i rendimenti dei titoli e indebolito lo yuan: tutti fattori che dovrebbero essere di supporto all’equity market. “Abbiamo abbandonato il mercato cinese un anno fa per una serie di motivi: in primo luogo il rally precedente aveva ridotto il rendimento a cinque anni della metà; inoltre ha pesato la pessima performance registrata nella parte centrale dell’anno: il periodo maggio-agosto è stato infatti tra i peggiori degli ultimi 17 anni con il FTSE China A50 (l’indice composto da titoli negoziati sulla Borsa di Shenzhen e Shanghai, ndr) in calo del 43% – spiega Jackson – E’ vero che questa situazione poteva anche rappresentare un’opportunità. Tuttavia, gli sforzi di stabilizzazione maniacali delle autorità cinesi, che a un certo punto sembravano imitare le iniziative delle autorità degli Stati Uniti durante la crisi finanziaria, hanno agito da deterrente”.
E’ il momento di comprare
E’ il caso quindi di rientrare ora sul FTSE China A50? Secondo il team di Source è proprio questo il momento giusto. “Per fortuna, la situazione si è stabilizzata. Il mercato è in crescita del 13% rispetto ad agosto e ha fatto progressi costanti a partire da fine di gennaio – spiega Jackson – Le azioni mostrano inoltre un rapporto prezzo-utili, pari a di 9,1, cioè meno della metà della media storica di 20,3, inferiore alla media dei Mercati emergenti pari a circa il 12, e ben al di sotto della media degli Stati Uniti del 25”. Tale valutazione spiega perché l’obiettivo a cinque anni di Source per il FTSE A50 sia posto a 17.000 rispetto all’attuale livello poco superiore a 9.700 punti. “Questo obiettivo suggerisce un ritorno annualizzato a cinque anni di quasi il 12%, anche prima dei dividendi”, spiega Jackson. Che conclude: “Al momento tra gli investitori c’è poco entusiasmo nei confronti delle azioni cinesi, ma questo atteggiamento potrebbe cambiare molto rapidamente“.