Notizie Notizie Italia Chi è Mr Diasorin e l’azzardo di 20 anni che l’ha reso miliardario

Chi è Mr Diasorin e l’azzardo di 20 anni che l’ha reso miliardario

7 Aprile 2020 16:27

Chi c’è dietro il successo di DiaSorin, la multinazionale attiva nel settore della diagnostica che in queste settimane è all’onore della cronaca per i test legati a Covid-19? Il suo nome è Gustavo Denegri, la cui ricchezza è stimata da Forbes in 3,4 miliardi di dollari e riconducibile proprio al successo di Diasorin, di cui è presidente e azionista di riferimento con una quota vicina al 45%.

La storia di Diasorin ha avuto una svolta proprio con l’acquisto del controllo da parte di Denegri che ha riportato in Italia la società che era finita sotto il controllo di un gruppo statunitense e versava in cattive acque.

Gustavo Denegri e la scommessa Diasorin

Gustavo Denegri ha iniziato il nuovo corso di Diasorin nel 2000, rilevandola dall’americana Standard Companies (che la aveva comprata nel 1997) e iniziando un lungo percorso di trasformazione della società in una multinazionale della diagnostica. Percorso avvenuto in questi 20 anni sotto la regia di Carlo Rosa, a tutt’oggi amministratore delegato del gruppo e anche azionista con una quota dell’8,4%.

L’imprenditore torinese, classe 1937, ha alle sue spalle una lunga carriera iniziata negli anni ’70 con il Gruppo Pro-Ind, che poi si fuse Piaggio. Denegri guidò il gruppo della Vespa fino al 1994 per poi darsi al private equity con  IP Investimenti e Partecipazioni, società da lui costituita e attraverso la quale ha preso il controllo di Diasorin.

IP Investimenti e Partecipazioni oggi è gestita dal figlio Michele Denegri e presenta un portafoglio diversificato tra tecnologia medica, proprietà immobiliari e produzione televisiva.

La gran parte della ricchezza di Denegri deriva comunque dal suo gioiello DiaSorin, quotata dal 2007 sul mercato azionario italiano e che da dicembre 2018 fa parte dell’indice FTSE MIB. Il titolo si quotò a 12,25 euro per azione, adesso vale più di 10 volte tanto. 

Diasorin ha chiuso il 2019 con un fatturato di 706,3 milioni di euro, in aumento del 5,5%, ebitda di 276,8 mln (+8,4%) e l’utile salito dell’11,1% a 175,7 milioni.  Il gruppo investe significative risorse nell’attività di R&D. Nel corso degli ultimi 4 anni ha investito oltre 250 milioni. L’azienda impiega  2.000 persone e gestisce sei centri di produzione in tre continenti.

Il boom in Borsa negli ultimi anni e i precedenti con altri virus

Oggi intanto prosegue la marcia di Diasorin a Piazza Affari. Il +6% di oggi proietta nuovamente il titolo nei pressi dei massimi storici: toccato un top a 127,6 euro, non lontano dai 130 euro che rappresentano i massimi assoluti (il 20 marzo dopo l’arrivo dell’ok dell’FDA all’uso del nuovo test Covid-19). Da inizio anno segna un saldo positivo di oltre +8%, miglior titolo di tutto il Ftse Mib.

Negli ultimi 5 anni il valore in Borsa di Diasorin si è più che triplicato e la capitalizzazione di oltre 7 miliardi di euro attuale la pone al 21° posto tra le big di Piazza Affari, davanti a realtà ben più blasonate quali Mediobanca (5,1 mld) o Leonardo (4,2 mld).

Diasorin non è nuova a una forte reattività a focolai di virus: a fine 2009 ottenne l’autorizzazione di emergenza dalla FDA per i kit di test rapidi per l’influenza suina H1N1 e nell’aprile 2017 per il virus Zika.

Il nuovo test per capire chi è già stato affetto da Covid-19

Dopo il test molecolare che permette un risultato del tampone più rapido e semplice, il gruppo di Saluggia ha annunciato un nuovo passo, con il lancio di un nuovo test che rileverà la presenza degli anticorpi nei pazienti contagiati. Questo permetterà di individuare gli infettati che non sono stati rilevati in tempo con il tampone, così da avere un quadro più preciso della diffusione del virus all’interno della popolazione.

DiaSorin ha annunciato di aver completato presso il Policlinico San Matteo di Pavia gli studi necessari al lancio di un nuovo test sierologico per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti infettati dal Sars-CoV-2. Il prodotto è stato studiato per rispondere all’esigenza di individuare nella popolazione i soggetti che sono già stati infettati dal virus, la cui diagnosi non sia stata effettuata attraverso l’esecuzione di un tampone e di un test di diagnostica molecolare. Una novità significativa in quanto il processo diagnostico sarà interamente automatizzato, consentendo ai laboratori di processare fino a 170 campioni di sieri di pazienti ogni ora, con un livello minimo di intervento richiesto agli operatori del laboratorio.

Questo kit è presente in circa 5mila unità nel mondo, di cui oltre 500 in Italia, e sarà reso disponibile nei prossimi giorni ad uso di ricerca e valutazione clinica, per essere commercializzato nelle settimane successive con marchio CE in Europa e sottomesso negli Stati Uniti per ricevere l’approvazione da parte della Food and Drug Administration (Fda) per l’autorizzazione all’uso di emergenza entro la fine di aprile.

Il 20 marzo DiaSorin ha ricevuto il via libera dalla Fda per il test molecolare per Covid-19, un kit che permette di avere una risposta più rapida e semplice per la rilevazione della sindrome respiratoria acuta causata dal coronavirus, direttamente dai tamponi rinofaringei, evitando la necessità di inviare il campione da analizzare ad altri centri di riferimento esterni e consentendo un rilevamento rapido, in poco più di un’ora rispetto alle 7 ore richieste attualmente dalle tecnologie tradizionali.

“Il nostro test diagnostico molecolare sta accelerando il processo di diagnosi dei tamponi all’interno degli ospedali, consentendo un triage dei pazienti rapido ed efficace e riducendo l’elevata pressione a cui sono sottoposti i laboratori per l’identificazione del virus – ha sottolineato Carlo Rosa, amministratore delegato di DiaSorin – Il nuovo test per la ricerca degli anticorpi contribuirà, invece, ad identificare coloro che hanno sviluppato una risposta immunitaria al virus in quanto già infettati”.

Quale impatto per il gruppo?

Per il test molecolare Covid-19 DiaSorin aveva indicato un’opportunità di 5-10 milioni di euro al mese assumendo Italia e Stati Uniti come mercati rilevanti e a regime. “Per i test sierologici – calcolano gli analisti di Equita – ci aspettiamo che i volumi possano essere significativamente superiori rispetto ai test molecolari ma con un pricing decisamente più basso (meno di 5 euro per test), creando da una prima analisi preliminare un’opportunità superiore a quella del molecolare“. Per il momento, la sim milanese ha confermato su DiaSorin il giudizio hold (tenere in portafoglio) con un target price di 99 euro.

Presentando i risultati finanziari, Diasorin si era soffermata anche sull’outlook 2020 che prevede (a tassi di cambio costanti rispetto al 2019) una crescita dei ricavi pari a circa il 5% e un’incidenza dell’Ebitda margin sul fatturato compresa tra 38% e 39%. DiaSorin ha sottolineato “come tale previsione non incorpori i potenziali effetti negativi derivanti dalla recente epidemia di coronavirus”.

“Questo test aiuterà a calcolare la percentuale della popolazione esposta al virus. Il test dovrebbe avere un prezzo basso (circa € 5) e dovrebbe essere un test ad alto volume – rimarca Mediobanca Securities – .  E’ un valore aggiunto per Diasorin e rappresenta una nuova opportunità per la copertura contro impatto negativo da COVID19 quest’anno e  aumenta la penetrazione di Diasorin sul mercato”.