Cerberus, il piano per Alitalia prevede alleanza easyJet e holding con CdP e sindacati
Nella partita per la conquista di Alitalia, arriva la sorpresa Cerberus-easyJet. Il colosso del private equity newyorchese torna alla carica, e lo fa con la speranza di avere dalla sua parte il vettore britannico, anch’esso interessato alla compagnia italiana. Compagnia che, dopo i numeri che sono stati snocciolati dal commissario straordinario Luigi Gubitosi, ora sembra avere un potere contrattuale più forte nei confronti di tutti, Lufthansa compresa.
Il piano di Cerberus, riportato da Il Sole 24 Ore, è di siglare prima di tutto una alleanza con easyJet e costituire una holding, che sarebbe controllata dal gruppo di private equity, ma in cui entrerebbero anche lo Stato, attraverso la CDP (Cassa depositi e prestiti) e i sindacati dei piloti e del personale di terra e di volo.
Cerberus ha le idee chiare, tanto che il piano che ha per il futuro di Alitalia – di cui, si ricorda, vuole conservare l’integrità – è stato presentato già ai commissari. Sul fronte easyJet, le trattative sono già partite e il loro esito verrà discusso con gli stessi commissari, in un incontro che si terrà il prossimo martedì, a Roma, e a cui parteciperà lo stesso responsabile del private equity, atteso in Italia da New York nel fine settimana.
Tutto questo, mentre Alitalia ora può permettersi anche di pretendere di più, sicuramente da Lufthansa, la cui proposta, secondo il titolare del Mise, Carlo Calenda, “va migliorata”.
Calenda tiene a precisare che il governo ha “alcune proposte in campo” e che “quello che importa è che gli italiani abbiano collegamenti più efficienti possibile e che si spenda il meno possibile”.
Alitalia è d’altronde davvero più forte di quanto si temesse o pensasse. Chi pensava che i soldi erogati dallo Stato attraverso il prestito ponte fossero quasi finiti, si sbagliava.
Una conferma è arrivata dallo stesso commissario Gubitosi che ieri, parlando di fronte alle Commissioni riunite Attività produttive, Lavoro e Trasporti della Camera, ha illustrato i dati relativi ai primi mesi della gestione commissariale, annunciando che il vettore dovrebbe chiudere il secondo semestre dell’esercizio con un ebitda positivo.
Il commissario ha parlato di un risultato positivo, grazie a un ebitda di 73,9 milioni nel periodo giugno-ottobre. Nello stesso arco temporale, i ricavi sono stati pari a 1,432 miliardi, in crescita dell’1%.
“Per prima cosa, siamo intervenuti sulla stabilizzazione dei ricavi – ha messo in evidenza Gubitosi – I mesi di aprile e maggio sono stati mesi molto difficili con l’esito del referendum tra i lavoratori, i titoli e le notizie su Alitalia che hanno provocato un calo brusco delle prenotazioni, perché un’azienda come Alitalia vive della fiducia e degli operatori che devono avere la ragionevole certezza che la compagnia continuerà a volare”.
Dunque, ha chiarito il commissario, “c’è stato un significativo danno fino a maggio. Ma poi la stagione estiva è andata molto bene sotto il profilo dell’operatività”.
Altra notizia tra le principali: Alitalia ha in cassa un tesoretto di 849,6 milioni di euro, con il prestito “sostanzialmente intatto” (lo Stato aveva erogato con il prestito ponte 900 milioni), che per Gubitosi sarà di 800 milioni circa a fine anno.
Gubitosi ha dunque sottolineato che il vettore non ha fretta di chiudere” perché avere la possibilità di essere solidi, stabili e forti ci permette di non chiudere in fretta, il che non vuol dire che non chiuderemo il prima possibile”. Insomma: “Abbiamo il lusso di poter scegliere l’offerta migliore”.