Caso emissioni, FCA: titolo giù, Ue si appresta ad aprire procedura infrazione contro l’Italia
La Commissione europea si appresta ad avviare una procedura di infrazione per violazione delle regole europee a carico dell’Italia, in merito alla gestione delle indagini sulle emissioni di alcuni modelli Fiat.
Il titolo FCA scivola subito nei primi minuti della sessione, e alle 9.30 circa registra un calo superiore al 2%, a 9,88 euro.
Con l’annuncio, che potrebbe arrivare già nella giornata di oggi, l’Ue accuserà formalmente Roma non aver indagato a dovere sulla compatibilità del software montato sui modelli Fiat 500x sulle emissioni di nox, con le norme del blocco. Le indiscrezioni sono state riportate dal quotidiano tedesco Handelsblatt: nessun commento è stato rilasciato al momento da FCA o dal governo italiano.
Tuttavia, stando a quanto spiega Reuters, i funzionari europei sono sempre più frustrati per quella che vedono sempre di più come una collusione tra i governi e l’industria automobilistica, tesa a ignorare le norme europee che pongono limiti sulle emissioni di ossido di azoto (nox, per l’appunto). Emissioni fuori norma dei diesel che, tra l’altro, stando a quanto rivelato da uno studio pubblicato sulla rivista Nature, ha provocato soltanto nel 2015 38.000 decessi prematuri.
La Germania aveva accusato FCA di avere utilizzato un software illegale nei suoi modelli Fiat 500X, Fiat Doblo e Jeep Renagade, portando poi il caso in sede Ue.
Nel mese di febbraio, la Ue aveva già chiesto alle autorità italiane chiarimenti sulle emissioni: in particolare, la richiesta era stata quella di “fornire spiegazioni convincenti” per rispondere alle accuse del ministero dei Trasporti della Germania. E il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture guidato da Graziano Delrio aveva reso noto che i nuovi test condotti su FCA non avevano rinvenuto alcun software illegale nei veicoli di Fiat.
La Commissione aveva successivamente mediato tra Italia e Germania, ma si era riservata tuttavia la possibilità di esprimersi nuovamente sulla conformità dei controlli a quanto stabilito dai trattati.
Di qui, la procedura di infrazione, con cui la Commissione praticamente rivela che i controlli effettuati dalle autorità italiane non sarebbero stati sufficienti.
A questo punto, se l’Italia non riuscirà a fornire una risposta convincente, Bruxelles potrà portare il caso alla corte europea di Lussemburgo.