Notizie Notizie Italia Carige: si scalpita per soluzione di mercato. Torna opzione UniCredit e si parla di tre fondi stranieri

Carige: si scalpita per soluzione di mercato. Torna opzione UniCredit e si parla di tre fondi stranieri

10 Maggio 2019 11:42

Imperativo: prima di ricorrere alla soluzione in extremis, ovvero al salvataggio di Stato, puntare su una soluzione di mercato. E’ questa la priorità del Mef e degli stessi commissari che gestiscono Carige. Commissari che fanno capire che la banca non è ancora ufficialmente spacciata e destinata alla ricapitalizzazione precauzionale, nonostante il dietrofront di quello che sembrava l’unico pretendente rimasto in lizza, ergo BlackRock.

Cercasi disperatamente soluzione di mercato, insomma. La domanda è: è possibile o, visto l’apparente deserto dei tartari, è un obiettivo fin troppo ambizioso?

Ieri qualche novità c’è stata, ed è arrivata dal fronte UniCredit, con l’amministratore delegato Jean-Pierre Mustier che non ha escluso un intervento per salvare la malandata banca genovese.

Il gruppo, ha detto il ceo nella conferenza stampa, potrebbe essere pronto a giocare un ruolo di sistema nella soluzione della crisi, purché questa avvenga su basi “giuste e proporzionali”.

In poche parole, UniCredit interverrebbe ma solo se affiancata da altri istituti. “Se ci sono necessità del sistema bancario – ha detto Mustier – siamo sempre pronti a sostenere il Paese, su basi giuste e proporzionali”.

Ovvero? “Questo vuol dire che tutte le banche devono essere coinvolte e su base proporzionale. Siamo sempre pronti a fare la nostra parte in un’ottica di sistema come banca italiana su basi eque e proporzionali”.

Allo stesso tempo, oggi un articolo pubblicato sul quotidiano la Stampa riporta alcune indiscrezioni sul possibile interesse nei confronti dell’istituto di tre fondi.

“Si parla di tre soggetti, altri tre fondi stranieri che sarebbero in regime di due diligence con la banca. Con questi interlocutori ci sarebbe già stata una condivisione dei numeri del piano di ristrutturazione preparato dai commissari: lo sviluppo della trattativa con Blackrock aveva in qualche modo sterilizzato queste possibili alternative, ma la rinuncia del fondo americano offre ai commissari la chance di rimetterle in gioco”.

Insomma, prima di ricorrere a quella che è stata considerata una soluzione di ultima istanza da parte dello stesso governo M5S-Lega, come è scritto nel decreto Carige, ovvero quella della ricapitalizzazione precauzionale (leggi salvataggio di Stato) che ha visto protagonista pochi anni fa Mps,  Carige avrebbe ancora qualche chance di trovare una soluzione di mercato.

Quest’ultima viene auspicata sia dai commissari straordinari che sono stati chiamati a gestirla dopo la decisione della Bce di porla in amministrazione straordinaria, sia dall’esecutivo giallo-verde.

Così, nella serata di ieri, lo stesso premier Giuseppe Conte, ai giornalisti, al termine del vertice Ue informale che si è tenuto a Sibiu, in Romania:

La nazionalizzazione non è all’ordine del giorno, come sapete anche dalla cronaca dei quotidiani finanziari; è all’ordine del giorno invece una soluzione di mercato. E in una soluzione di mercato, se si chiude una porta se ne apre un’altra”.

Tra l’altro, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “la banca è in una condizione di stabilità e sostenibilità finanziaria, quindi ci sono tutti gli estremi per perseguire con la massima tranquillità una soluzione di mercato”.

“Io, come presidente del Consiglio, non sto seguendo direttamente la questione, però  sono in vigile attesa”.

Probabilmente l’appunto è stato necessario anche per chiarire la linea del governo, visto che le parole proferite lo scorso gennaio dal vicepremier 5 stelle Luigi Di Maio avevano alimentato il sospetto che Roma fosse favorevole a una soluzione in stile Mps e, più esattamente, a una Banca di Stato.

A mettere i punti sulle “i” è stato anche il ministro dell’economia Giovanni Tria: Per il salvataggio “si va avanti per soluzioni private”, ha detto il titolare del Tesoro.

Tornando a UniCredit, c’è da dire che di un intervento della banca per salvare Carige si era parlato già qualche mese fa. Reuters aveva riportato in particolare alcuni rumor, secondo cui l’istituto di piazza Gae Aulenti avrebbe mostrato un’apertura all’ipotesi di un intervento,  a fronte del concretizzarsi tuttavia di una precisa condizione:  replicare le condizioni adottate nei confronti di Intesa Sanpaolo nell’ambito del salvataggio delle due banche venete Popolare Vicenza e Veneto Banca.

Nel giugno 2017 Intesa Sanpaolo prese il controllo di Popolare Vicenza e Veneto Banca a un prezzo simbolico di 1 euro nell’ambito di un più ampio piano di liquidazione ordinata delle banche venete sotto la regia statale, con un contributo pubblico di circa 5 miliardi al fine di tenere il Cet1 del gruppo acquirente invariato.

Il dietrofront di UniCredit era stato poi spiegato a fine gennaio da Alessandro Mazzucco, presidente di Fondazione Cariverona, tra i principali azionisti italiani di UniCredit.

Alla domanda sul perché UniCredit non avesse presentato alcuna offerta su Carige, Mazzucco aveva risposto che avrebbero dovuto esserci le stesse condizioni offerte a Intesa per le banche venete, ma il governo è cambiato”.

“L’idea era legittima ma mi pare che nel governo non abbia trovato grande sponda“, aveva detto il manager.

A questo punto, bisognerà vedere se l’idea riuscirà a trovare sponda adesso, visto che, in assenza di una soluzione di mercato, il modello Intesa SanPaolo-banche venete rimane l’unico disponibile per evitare la ricapitalizzazione precauzionale in stile Mps.

Le indiscrezioni della Stampa sono state riportate anche da Il Sole 24 Ore.

“Ieri i commissari di Carige hanno inviato una lettera ai dipendenti: ‘Siamo al lavoro – vi si legge – e non siamo da soli, per esplorare tutte le possibilità di dare vita comunque a una soluzione privata, di mercato. all’altezza del potenziale della nostra banca”. Sempre Il Sole riporta che “in serata, rumors di mercato non confermati parlavano di un canale riaperto da Genova con Varde, il fondo americano attivo in Italia che all’inizio di aprile aveva affermato che non c’erano le condizioni per presentare un’offerta vincolante per Carige.