Per Carige spunta l’identikit del cavaliere bianco. Creval, Credem e Sondrio i nomi caldi
Voci di una possibile cordata di fondi per il salvataggio di Carige, ma soprattutto tornano dopo tanti mesi rumor di banche italiane che potrebbero andare in soccorso dell’istituto ligure. Sulla carta stampata oggi non mancano le novità sul caso Carige con il presidente del Fondo Interbancario (Fitd), Salvatore Maccarone, che professa ottimismo parlando di “altri commensali al tavolo”. Maccarone ritiene che nelle prossime 4-5 settimane qualcosa accadrà.
Commissari corteggiano Warburg Pincus
Chi sono questi nuovi potenziali cavalieri bianchi dopo il posso indietro di BlackRock? I commissari di Banca Carige, che hanno strappato dalla Bce più tempo per trovare un partner per la banca, starebbero corteggiando il fondo Warburg Pincus, al quale sarebbe stato anche proposto uno sconto sull’aumento di capitale: non più 720 milioni, si tornerebbe ai 630 milioni previsti dal piano di febbraio.
Ma benefici fiscali aprono a deal con un’altra banca italiana
A tornare a sorpresa sono poi le voci relative al possibile ingresso in campo per salvare Carige di una banca italiana. Niente grandi nomi come Unicredit e Intesa, ma istituti di dimensioni sostanzialmente analoghe a quelle di Carige. I nomi in circolazione sono quelli di Creval, Popolare di Sondrio e Credem. Stando a quanto scrive oggi Repubblica, potrebbero aggiungersene altri. La business combination torna quindi in auge soprattutto in virtù del fatto che il soggetto che si aggrega potrà capitalizzare benefici fiscali di poco inferiori al miliardo. L’operazione, precisa sempre Repubblica, dovrebbe prevedere un coinvolgimento sia del Fondo Interbancario che di Malacalza Investimenti, con quest’ultima pronta a sostenere ancora la banca se si arriverà a una soluzione industriale. Una volta ottenuto l’avallo di Bce e Bankitalia, si andrebbe in assemblea per chiedere il via libera agli azionisti.
L’indiscrezione di ieri del Corriere ha portato alla luce l’ipotesi di una norma salva-Carige, un bonus fiscale da 700 milioni. Un tesoretto che sarebbe accessibile solo nel caso in cui l’istituto di credito ligure si fondesse con una banca piccola. E’ su questa operazione che si starebbero concentrando i lavori per la salvezza della banca.