Carige: continuità a rischio se aumento non fa il pieno, dubbi Bce su ritorno a redditività
E’ partito oggi il tribolato aumento di capitale di Banca Carige. Il terzo degli ultimi 5 anni per la banca ligure che ha avuto notevoli difficoltà a convincere le banche a formare il consorzio di garanzia. Il prezzo delle azioni di nuova emissione è stato fissato in 0,01 euro mentre ieri il titolo Carige aveva chiuso a 0,141 euro, in rialzo di oltre il 53%. Il carattere fortemente diluitivo dell’aumento ha indotto Consob e Borsa Italiana a predisporre l’attuazione del modello rolling per evitare il rischio che durante il periodo di offerta in opzione delle nuove azioni si verifichino anomalie nel processo di formazione del prezzo.
Obiettivo minimo a quota 500 milioni
Dall’esito dell’aumento di capitale da complessivi 560 milioni di euro (comprensivo di 60 mln di tranche riservata) dipende in buona parte il futuro della banca guidata da Paolo Fiorentino, così come sottolinea il prospetto informativo. L’aumento di capitale di Banca Carige è scindibile, e pertanto risulterebbe efficace anche qualora non venissero sottoscritte tutte le azioni di nuova emissione. Tenuto però conto della violazione al 30 settembre 2017 delle soglie di adeguatezza patrimoniale richieste dalla BCE con lo SREP 2016 (tra cui rileva la violazione di una soglia minima vincolante) e dello stress patrimoniale ulteriore a cui la Banca sarebbe esposta per effetto dell’implementazione delle azioni funzionali a rispettare i target quantitativi e di coverage sugli NPE richiesti dalla BCE medesima, risulta “necessario ai fini della continuità aziendale del Gruppo che l’Aumento di Capitale venga sottoscritto per un importo minimo di 500 mln”.
Rischio azzeramento valore investimento
Nel caso in cui le adesioni alla ricapitalizzazione, sia considerando l’aumento di capitale in Opzione sia considerando la Tranche Riservata di 60 mln, fossero tali da non consentire di raggiungere l’importo complessivo di 500 mln, in assenza di azioni tempestive funzionali a contrastare il mancato rafforzamento patrimoniale per il suddetto importo, verrebbe meno la prospettiva della continuità aziendale e l’azionista che avesse sottoscritto l’Aumento di Capitale si vedrebbe azzerato il valore del proprio investimento.
Bce non convinta su futuro ritorno a profitti
Intanto dal prospetto informativo si evince anche come la Bce nella bozza di Decisione SREP 2017 abbia ribadito che la redditività della banca continua ad essere molto debole principalmente in conseguenza della diminuzione dei proventi di gestione, del deterioramento della qualità del portafoglio crediti – le cui perdite nel 2016 hanno assorbito gran parte dei proventi di gestione di periodo – e della scarsa efficienza operativa, nonostante un miglioramento del rapporto costi/ricavi nel 2016.
La BCE ha espresso incertezza in merito alla capacità della Banca di generare profitti sottolineando come, nel lungo periodo, la capacità di continuare ad operare stand alone e di realizzare un piano di business sostenibile è legata anche all’attuazione di misure dirette a migliorare la redditività quali, ad esempio, misure aggiuntive di contenimento dei costi. C’è quindi il rischio, come rimarca il prospetto informativo, che la banca si trovi costretta ad attuare ulteriori iniziative di rafforzamento patrimoniale.
Malacalza si impegna a sottoscrivere 69,5 mln dell’inoptato
Aumento Banca Carige: Malacalza Investimenti si impegna a sottoscrivere inoptato per massimi 69,49 mln
Dal prospetto informativo dell’aumento di capitale di Banca carige emerge che alcuni soci della banca, tra cui Malacalza Investimenti, titolare di azioni ordinarie rappresentative di una percentuale pari a circa il 17,587% del capitale sociale, hanno assunto impegni di sottoscrizione dell’Aumento di Capitale in Opzione per la quota di spettanza dei diritti di opzione, soggetti a condizioni risolutive, per un controvalore complessivo di 128,47 mln di euro.
Per concorrere a coprire la somma di 369.504.485 euro mancante al fine di coprire l’aumento di capitale in Opzione, sono stati stipulati contratti per un totale di massimi 234.445.246 euro. In particolare Malacalza Investimenti ha sottoscritto un accordo per l’inoptato pari a massimi 69.495.246 euro, un accordo di garanzia di Prima Allocazione (Equita Sim) per massimi 129,95 mln euro e un accordo di Garanzia Proporzionale per massimi 35 mln.
Assumendo che la tranche riservata non abbia raccolto alcuna sottoscrizione, la parte rimanente, pari a 135.059.239 euro, risulta coperta dai Garanti dell’aumento e può espandersi per ulteriori 69.495.246 euro per un
totale di 204.554.485 euro in caso di mancato esercizio dell’opzione prevista in base all’Accordo di Malacalza Investimenti per l’Inoptato.