Il caos greco alimenta il nervosismo sulle Borse, Milano e Madrid le peggiori. Spread sopra 430
Regna l’incertezza sulle piazze finanziarie del Vecchio Continente dopo il sostanziale nulla di fatto del vertice Ue e le voci ormai insistenti sull’uscita della Grecia dalla zona euro. Il 17 giugno, data delle nuove elezioni elleniche, diventa quindi cruciale per il futuro di Atene. Ma la notizia che ieri ha innescato ondate di vendite sui listini azionari (le Borse Ue hanno bruciato 140 miliardi di euro di capitalizzazione) è presto detta: Bruxelles ha deciso che ogni Paese di Eurolandia dovrà preparare un piano di emergenza sulle conseguenze di un’eventuale uscita della Grecia. Le smentite non sono bastate ad arginare la valanga di vendite, con gli investitori che sembrano aver perso le speranze sulla capacità dei governanti nel risolvere la crisi.
Una riprova è stato il vertice notturno di Bruxelles, terminato con un sostanziale nulla di fatto sul punto più delicato in agenda: l’introduzione degli eurobond. I titoli comuni del debito sono caldeggiati da Monti e Hollande, ma la Merkel non sembra cedere di un millimetro dalle sue posizioni. La Germania ha sempre ribadito di essere contraria agli eurobond, anche perché Berlino diventerebbe il primo garante di queste obbligazioni. Un’idea che non va molto a genio ad un Paese che ieri ha piazzato titoli a due anni ad un tasso dello 0,07%, addirittura meno dell’inflazione, e che quindi si sta finanziando a tassi estremamente bassi.
Tutto il contrario di quanto avviene nella cosiddetta “Periferia”: il rendimento del Btp italiano a dieci anni è pari questa mattina al 5,70% (spread sopra 430 punti base), mentre il Buono decennale spagnolo offre oltre il 6 per cento. L’incertezza sul futuro della Grecia, le diverse vedute dei leader europei e la delicata situazione del sistema bancario spagnolo hanno spinto l’euro sotto quota 1,26 dollari per la prima volta dall’agosto del 2010. Come se non bastasse ieri Fitch ha lanciato l’allarme sulla fuga degli investitori esteri dai Btp e dai Bonos. Secondo l’agenzia Usa, in un anno le grandi banche e i fondi internazionali hanno venduto 300 miliardi di euro di titoli italiani.
Dopo un inizio promettente, sembra essersi già sgonfiato il tentativo di rimbalzo delle Borse continentali. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib è abbondantemente sotto quota 13.000 punti e mostra un calo di oltre l’1%. L’altra Borsa peggiore è Madrid, dove l’Ibex 35 cede l’1,20%. In rosso, ma con cali più contenuti, Parigi (Cac 40 -0,50%) e Francoforte (Dax -0,35%), mentre a Londra il Ftse 100 guadagna lo 0,30%.