Caos 730 precompilato: almeno 10 milioni di contribuenti pagheranno di più
Il nuovo modello 730 precompilato rischia di diventare un boomerang a livello di costi per milioni di italiani. Il nuovo strumento, che nell’intento del governo doveva rappresentare un passo verso la semplificazione della dichiarazione dei redditi, rischia di tramutarsi invece in una complicazione per molti contribuenti che potrebbe inoltre andare incontro a maggiori spese rispetto al vecchio modello 730.
Dopo le polemiche alzate anche da Beppe Grillo nel suo blog circa i costi per i cittadini di questa semplificazione fiscale, la Cgia di Mestre fa un primo bilancio della situazione che, secondo l’Agenzia delle Entrate, interesserà oltre 14.300.000 modelli, pari al 71,5% su un totale nazionale di quasi 20.000.000 di modelli precompilati.
“Nonostante le promesse fatte nei mesi scorsi da autorevoli esponenti del Governo, per la stragrande maggioranza dei contribuenti italiani il modello 730 costerà di più rispetto all’anno scorso”, rimarca il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi. Sebbene il fisco abbia previsto che da quest’anno la maggioranza dei contribuenti possa integrare on line la dichiarazione precompilata, buona parte degli stessi dovrà integrare i modelli per poter dedurre/detrarre le spese mediche. “A nostro avviso – rimarca Bortolussi – almeno i 2/3 dei contribuenti, pari in termini assoluti a circa 10 milioni, saranno costretti a ricorrere ad un intermediario fiscale” dichiara Bortolussi.
Italiani a un bivio: fai da te o ricorso a Caf/commercialista
Gli oltre 14 milioni di contribuenti che dovranno fare l’integrazione per avere la possibilità di detrarre le spese mediche e altri oneri diversi dagli interessi passivi, premi assicurativi e contributi previdenziali, avranno infatti due possibilità: procedere autonomamente o richiedere la consulenza di un Caf o di un commercialista. Secondo la Cgia, data la complessità dell’operazione, sarà molto difficile che un pensionato o una persona con poca dimestichezza con il computer opti per la prima possibilità: nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, ricorrerà ad un Caf o ad un professionista.
Gli oltre 14 milioni di contribuenti che dovranno fare l’integrazione per avere la possibilità di detrarre le spese mediche e altri oneri diversi dagli interessi passivi, premi assicurativi e contributi previdenziali, avranno infatti due possibilità: procedere autonomamente o richiedere la consulenza di un Caf o di un commercialista. Secondo la Cgia, data la complessità dell’operazione, sarà molto difficile che un pensionato o una persona con poca dimestichezza con il computer opti per la prima possibilità: nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, ricorrerà ad un Caf o ad un professionista.
I maggiori costi per i Caf si riversano sui contribuenti
Da quest’anno la compilazione dei modelli 730 fa scattare nei confronti dell’intermediario una responsabilità, in caso di errore, non solo delle sanzioni e degli interessi, come succedeva fino allo scorso anno, ma anche della relativa imposta, a prescindere che l’elaborazione del modello sia fatta in forma da compilare o precompilata. La novità molto gravosa per i Caf e i professionisti sta proprio nel fatto che in caso di errore fino allo scorso anno il contribuente rispondeva della imposta e l’intermediario delle sanzioni; da quest’anno, invece, l’intermediario risponde anche dell’imposta, pur essendo una voce personale del contribuente. Le violazioni ripetute da parte dell’intermediario rischieranno di provocare la revoca dello svolgimento dell’attività: inoltre, ai Caf e ai professionisti è stato richiesto un adeguamento per il massimale della polizza assicurativa. Pertanto, per questi soggetti i costi fissi per l’anno in corso sono decisamente aumentati. “Alla luce di ciò – conclude Bortolussi – i Caf, a seconda della complessità, stanno facendo pagare l’elaborazione dei modelli cosiddetti “precompilati” che, fino all’anno scorso, erano gratuiti. Una vera beffa: nonostante le promesse fatte nei mesi scorsi, la stragrande maggioranza dei contribuenti che dovranno modificare il precompilato sarà chiamata a pagare di più”.
Da quest’anno la compilazione dei modelli 730 fa scattare nei confronti dell’intermediario una responsabilità, in caso di errore, non solo delle sanzioni e degli interessi, come succedeva fino allo scorso anno, ma anche della relativa imposta, a prescindere che l’elaborazione del modello sia fatta in forma da compilare o precompilata. La novità molto gravosa per i Caf e i professionisti sta proprio nel fatto che in caso di errore fino allo scorso anno il contribuente rispondeva della imposta e l’intermediario delle sanzioni; da quest’anno, invece, l’intermediario risponde anche dell’imposta, pur essendo una voce personale del contribuente. Le violazioni ripetute da parte dell’intermediario rischieranno di provocare la revoca dello svolgimento dell’attività: inoltre, ai Caf e ai professionisti è stato richiesto un adeguamento per il massimale della polizza assicurativa. Pertanto, per questi soggetti i costi fissi per l’anno in corso sono decisamente aumentati. “Alla luce di ciò – conclude Bortolussi – i Caf, a seconda della complessità, stanno facendo pagare l’elaborazione dei modelli cosiddetti “precompilati” che, fino all’anno scorso, erano gratuiti. Una vera beffa: nonostante le promesse fatte nei mesi scorsi, la stragrande maggioranza dei contribuenti che dovranno modificare il precompilato sarà chiamata a pagare di più”.
Il contribuente può, in possesso di un pin, modificare autonomamente la dichiarazione precompilata; tuttavia, deve addossarsi la responsabilità, le sanzioni e, ovviamente, deve avere un minimo di conoscenza informatica e fiscale.
Cos’è il 730 precompilato, video tutorial dell’AdE
L’Agenzia delle Entrate, utilizzando le informazioni disponibili in Anagrafe tributaria, da quest’anno mette a disposizione di lavoratori dipendenti e pensionati la dichiarazione dei redditi già compilata; in pratica, un modello 730 che può essere accettato dal contribuente così com’è, oppure modificato e/o integrato prima dell’invio.
L’Agenzia delle Entrate, utilizzando le informazioni disponibili in Anagrafe tributaria, da quest’anno mette a disposizione di lavoratori dipendenti e pensionati la dichiarazione dei redditi già compilata; in pratica, un modello 730 che può essere accettato dal contribuente così com’è, oppure modificato e/o integrato prima dell’invio.
Il contribuente che riceve la dichiarazione dei redditi precompilata non è obbligato ad utilizzarla. Può, infatti, presentare, con le modalità ordinarie, il modello 730 o il modello Unico persone fisiche. L’Agenzia delle Entrate ha anche predisposto un video tutorial di circa 4 minuti sul nuovo 730 precompilato.