Notizie Notizie Italia Canone di concessione, assemblea soci (al voto domani Poste) e Dna: i temi sul tavolo per Tim

Canone di concessione, assemblea soci (al voto domani Poste) e Dna: i temi sul tavolo per Tim

23 Giugno 2025 11:23

Più fronti aperti per Tim alla vigilia dell’assembla dei soci. Il primo riguarda la questione del canone di concessione del 1998, con Telecom Italia che, secondo indiscrezioni stampa, sarebbe in trattativa con alcune banche per la cessione di un credito da un miliardo atteso dallo Stato. Il secondo riguarda, invece, una proposta di legge europea di vasta portata che potrebbe avere la forza di rivoluzionare il mercato delle telecomunicazioni: ovvero il Digital networks act (Dna). La Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica sul Digital Networks Act (fino all’11 luglio) per presentare una proposta definitiva entro la fine dell’anno.

E mentre si passano al setaccio questi temi e si attende l’assise dei soci, il titolo Tim è sulla via dei ribassi e in questo momento viaggia a 0,3982 euro (-1,48%).

Primo fronte: negoziato con Unicredit e Santander per cessione del credito relativo al canone 1998

“Tim è in trattativa avanzata per cedere un credito da 1 miliardo di euro che si aspetta di vedersi liquidare dal governo italiano al termine di un contenzioso legale sul canone di concessione del 1998”. Le prime indiscrezioni su questo fronte sono arrivate venerdì scorso e sono state pubblicate da Reuters, secondo cui la società guidata da Pietro Labriola sarebbe al lavoro con le banche, e in particolare con Unicredit e Santander, per la cessione del credito emerso dalla causa per la restituzione del canone di concessione 1998.

“La Corte ha dato 30 giorni di tempo (27 giugno) alle parti per sottoporre le memorie in merito a un possibile conflitto di competenza territoriale che, se confermato, invaliderebbe l’iter processuale. La sentenza è attesa entro l’anno“, ricordano gli analisti di Equita Sim che mantengono la raccomandazione buy su Tim e mettono in evidenza i due possibili scenari.

“Se la Corte di cassazione dovesse annullare la sentenza d’appello e far ripartire l’iter processuale dal primo grado, Tim dovrebbe rimborsare i fondi, in attesa che si completi il nuovo iter – spiegano dalla sim -. In caso contrario, Tim avrebbe definitivamente titolo per incassare il credito”.

“Non vediamo elementi di grande novità. La decisione di cedere il credito a nostro avviso prescinde dalla decisione della Corte di cassazione e l’incasso del credito non ha implicazioni sulla contabilizzazione della sopravvenienza (possibile solo dopo la sentenza della Cassazione)”, concludono gli esperti.

Dna, cosa può comportare per le Telco italiane?

E poi c’è il tema Digital networks act (Dna) che punta a creare un vero mercato unico europeo sulle tlc. A parlarne e approfondire l’argomento, mentre è in corso una consultazione pubblica avviata dalla Commissione europea, è A&F di Repubblica in un articolo dal titolo “Tlc, tutti i dubbi sul mercato unico europeo” di Alessandro Longo. Di fatto, il Dna dovrebbe supportare la creazione di un mercato europeo delle telecomunicazioni e la completa transizione dal rame alla fibra ottica (entro il 2030).

“Riteniamo che questo possa creare una convergenza dei prezzi e, di conseguenza, essere positivo per le telco italiane, che hanno prezzi più contenuti rispetto ai competitor europei”, scrivono gli analisti di Banca Akros che confermano la valutazione buy su Telecom Italia.

Assemblea in calendario domani: prima occasione di voto per Poste Italiane

E infine domani è in calendario l’assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio, della modifica dell’oggetto sociale e dell’approvazione del piano di incentivazione del management e l’assemblea speciale degli azionisti di risparmio per la nomina del rappresentante comune.

Annunciando la data dell’assemblea, Telecom Italia aveva precisato che “gli azionisti ordinari che non abbiano concorso all’adozione della delibera di modifica della clausola sull’oggetto sociale e gli azionisti di risparmio sono legittimati ad esercitare il diritto di recesso entro e non oltre quindici giorni dall’iscrizione della delibera assembleare“. Il cda ha deciso che il valore di liquidazione unitario dovuto agli azionisti ordinari e di risparmio è pari a 0,2884 euro per le azioni ordinarie e 0,3295 euro per le azioni di risparmio.

Sarà la prima occasione di voto per Poste Italiane, recentemente entrata nel capitale di Tim. “Ci aspettiamo il supporto di Poste alle proposte in votazione“, sottolineano da Equita.